Il Napoli vacilla senza Koulibaly:
ecco perché la difesa preoccupa

Il Napoli vacilla senza Koulibaly: ecco perché la difesa preoccupa
di Marco Ciriello
Venerdì 15 Marzo 2019, 07:30
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La pressione alta del Salisburgo ha rischiato di tirar via il Napoli dall'Europa League, ma più che il campo hanno pesato i fuoricampo: Kalidou Koulibaly e Nikola Maksimovic. Gli innesti Vlad Chiriches poi infortunato e sostituito da Malcuit e Sebastiano Luperto hanno mostrato tutta la loro debolezza, come attenuante l'aver giocato insieme meno di dieci volte. È anche vero che contestualizzata la partita è poca cosa, ma un palo di Dabbur, e alcune parate di Meret hanno evitato una brutta notizia. Al netto dell'assenza di Raul Albiol, questa partita serve a dire quello che il Napoli e Carlo Ancelotti sapevano già: meglio non perdere il difensore senegalese, e meglio ancora non metterci vicino l'assenza di quello serbo. Il resto è un Napoli a ondate, debole davanti e molle in difesa: in pratica un budino. Su tutto poca testa, molti trastulli, e tantissime distrazioni, un mucchio di errori: quello principale di Allan che regalando il pallone a Dominik Szoboszlai che serve in area Moanes Dabbur e segna: apra la porta alle speranze del Salisburgo.
 
Il resto è una difesa poco provata agganciata male al centrocampo, il resto ce lo mette Diawara prima o poi bisognerà ragionare sul fatto che questo ragazzo non gioca una partita da ricordare da quella col Real Madrid con gli altri. Basti pensare che il migliore del reparto è Mario Rui. di Hysaj si può dire che ci mette l'impegno. Il Napoli passa ma i tre gol restano a monito di un piano B in difesa, che di fatto non c'è, perché con una squadra più forte in questa situazione la squadra di Ancelotti sarebbe andata a casa. Non è solo la mancanza di grazia nelle uscite dall'area, o le ribattute con carambole o i mancati anticipi, è che per un attimo quelli con più memoria hanno rivisto Aronica col Liverpool, e sono stati brividi di orrore non di freddo. Ma è bello poterlo raccontare col sorriso, ironizzare su tre gol subiti, sul palo, sui salvataggi, e sull'insufficienza in attacco tolto Milik perché c'era stata una ottima gara d'andata. Nessuno ha pensato che la squadra di Marco Rose potesse ribaltarla, anche se l'impresa l'anno scorso contro la Lazio era riuscita; nessuno ha pensato ecco ora perdiamo, ma dopo il secondo gol il Napoli non ha reagito e questo deve preoccupare più del terzo. Tutto il reparto si è mostrato in uno sfarfallio stilistico da categoria inferiore, contro una squadra che ha un buon gioco ma non grandi calciatori, e fosse solo per una questione di orgoglio che è mancato più di Koulibaly e Maksimovic non si dovevano subire tre gol. Lo spirito a mezzo servizio esibito nella partita contro il Sassuolo, che sembrava una concessione al turno di Europa League, si è rivisto anche in Austria alla Red Bull Arena, e che cataloghiamo per ora come stanchezza psichica, se non affrontato potrebbe portare problemi maggiori dei tre gol subiti. Intanto all'anomala difesa va rimproverato un cattivo impegno davanti a una occasione, molti calciatori del Napoli sembrano non voler mostrare di essere migliori di un posto in panchina, sembrano non voler capovolgere lo stato delle cose, contenti di tenere addosso la casacca della mediocrità. Mancavano consuetudini e mancava una guida sicura che tenesse bene la linea, ma Chiriches e Luperto e poi anche Malcuit con Rui e Hysaj hanno rasentato il disastro, ballando troppo, lasciando varchi e lasciandosi prendere in anticipo, perdendosi uomini e smarrendosi nella propria area. Troppe volte hanno vacillato, soprattutto nel secondo tempo, con l'adagiamento degli altri due reparti, mettendosi a mollo e lasciando campo e gioco al Salisburgo.

È stata una partita giocata di malavoglia, che metteva di malumore a guardarla, se non ci fosse stato il gol di Milik avremmo avuto un pieno recupero dei tre gol fatti al San Paolo e forse la stagione chiusa a metà marzo e senza la bacheca del Real Madrid né vecchie glorie da richiamare per sognare il prossimo anno. Partite così possono distruggere il lavoro e la bellezza di un anno tutto sommato accettabile visti i cambi, le cessioni, gli smottamenti e gli esperimenti in corso. Per questo i difensori un po' più degli altri calciatori devono sentire il peso di questa partita slacciata, di questo abbandono psicologico prima che fisico, con troppo anticipo e con troppa superficialità fin dalla discesa in campo. Il Napoli accede ai quarti con un mezzo incendio in casa, ha scoperto che le varianti difensive a sua disposizione private di Koulibaly richiedono uno sforzo triplo da parte degli altri calciatori (che in questo turno di coppa non c'è stato) e quadruplo da parte dei difensori. La squadra ha mostrato una vulnerabilità che sconforta, e non perché sbilanciata o intenta a divertirsi attaccando, no, ma perché ripiegata su se stessa senza saperlo fare bene. Non è una squadra fatta per attendere. Insomma, la lezione di questa serata austriaca è che bisogna tenersi stretto Koulibaly: per le prossime partite di Europa League e soprattutto per le prossime stagioni.
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