San Carlo, De Luca ferma le prove: «Qui pago solo io»

San Carlo, De Luca ferma le prove: «Qui pago solo io»
di Donatella Longobardi
Sabato 16 Marzo 2019, 08:27 - Ultimo agg. 12:05
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«Per garantire stipendi e programmazione di qualità serve la partecipazione piena di tutte le istituzioni, mi sono stancato, io pago e altri interlocutori istituzionali fanno chiacchiere al vento». Si consuma sul San Carlo l’ennesimo scontro tra De Luca e de Magistris. Con una insolita visita il presidente della regione ieri pomeriggio al San Carlo ha lanciato l’ultima sfida. Interrotte le prove de “Les Contes d’Hoffmann” in programma da domani (la prima alle 19), i lavoratori hanno incontrato il governatore in una sorta di assemblea straordinaria in platea e gli hanno posto domande. 

LE PREOCCUPAZIONI
Cantanti del coro, orchestrali, tecnici, tutto lo staff dirigenziale con la sovrintendente Rosanna Purchia in prima fila. Tema il futuro del teatro, il paventato trasferimento della proprietà dello stabile dal demanio al patrimonio del Comune annunciato dal sindaco de Magistris dopo un incontro col ministro della Cultura Bonisoli e che tanto allarma i dipendenti sancarliani. E poi i fondi per la gestione, gli sponsor. Una “operazione verità” l’ha definita De Luca che appena può, snocciola le cifre dell’impegno di Santa Lucia per la Fondazione San Carlo. L’ha fatto l’altro giorno in occasione della presentazione del Napoli Teatro Festival a Palazzo Reale (“Il San Carlo muore senza i fondi regionali, la cultura in regione è interamente a carico dell’ente”) e l’ha ripetuto ieri in teatro dove ha fatto distribuire un volantino ricco di cifre. Il confronto è tra le erogazioni della Regione e quelle del Comune, negli ultimi quattro anni la somma è di 48milioni contro i duemilioni e ottocentomila euro mentre il sostegno del Mibact attraverso il Fus (Fondo unico per lo spettacolo) è di quasi 56milioni. 

 

I FINANZIAMENTI
Lo squilibrio della Campania viene evidenziato anche dai finanziamenti erogati da altre regioni e altri comuni. Per il teatro alla Scala di Milano il comune dà 6,4 milioni, la regione 4,4; per il Massimo di Palermo il comune 2,3 milioni e la regione 3,5 milioni; per l’Opera di Firenze 4,5 e 4 milioni. Un problema, per il Lirico Napoletano resta la Camera di Commercio che nel quadriennio 2015-2018 ha stanziato 5milioni e che dal 2019 ha ritirato il proprio sostegno nonostante fosse stata già predisposta la delibera e la quota inserita nel bilancio preventivo. «Sono tempi difficili, dobbiamo prevedere con questo governo tagli drammatici che si scaglieranno anche sulle regioni», ha detto De Luca. «C’è il rischio che si vada a sbattere, ho il dovere di lanciare l’allarme, serve un riequilibrio radicale dell’impegno delle diverse istituzioni, mettiamoci almeno nella stessa condizione di Milano o di Firenze». Il governatore lamenta il “silenzio” da parte del “mondo del San Carlo”. «Nessuno – ha detto – ha sollecitato il problema di un maggiore equilibrio tra chi finanzia, nessuno ha messo l’accento sul nodo San Carlo, tutto sembra scontato, ma le decisioni sui finanziamenti sono decisioni politiche». E via ancora con le cifre per il 2019. 9 milioni per ristrutturare il Conservatorio San Pietro a Majella, 5 per il Napoli Teatro Festival, 4,5 per il Mercadante, una quota per il Trianon. «Facciamo un programma triennale, mettiamoci insieme, apriamo un confronto pubblico, non è più tollerabile che io pago e altri chiacchierano». Nel mirino sempre de Magistris, gli scarsi finanziamenti del comune. E, naturalmente la questione che riguarda la proprietà dello stabile. «Un’ipotesi idiota» la definisce il governatore, quella di passare al comune e anche quella di modificare la governance. «Ma le leggi, lo stato di un ente lirico non si cambiano con le chiacchiere, serve l’intervento del Parlamento, anche se in questo mondo le chiacchiere hanno lo stesso peso dei fatti».

LE RISPOSTE
De Luca parla a ruota libera, alcuni lavoratori prendono la parola, lui risponde a tutti.

E assicura: «La Regione non smetterà mai di fare la sua parte». E chiede però, una trattativa da aprire per strappare un po’ di più al Comune, moltiplicare per quattro magari il finanziamento annuale, mentre Michele Maddaloni, che è corista e consigliere della Città Metropolitana, s’impegna ad avviare subito un dialogo, nonostante l’ente non abbia competenza nel campo della cultura. «Costruiamo un ventaglio di risorse – aggiunge il presidente - che ci diano tranquillità di base, una tranquillità morale, di difendere un patrimonio unico, come è unico il Teatro di San Carlo. Sono qui per amicizia, ero un po’ frenato, non volevo fare propaganda, sono qui da meridionale da uomo che difende l’identità dell’Italia, il decentramento delle regioni del Nord ci fa male, da persone responsabili dobbiamo fermarci e parlare, cercare un ventaglio di risorse, più sponsor». «Abbiamo sempre avuto la consapevolezza del peso che ha la regione», ha detto poi la Purchia. «Io ne parlo in consiglio, con i sindacati, le mie relazioni ai bilanci sono pubbliche. Sono felice di questo incontro, il teatro combatte nelle diversità, abbiamo avuto momenti difficili, ma l’obiettivo unico è sempre stato il bene del San Carlo».

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