Artista aggredito a Roma, i familiari: «E' stato ucciso dal branco»

Artista aggredito a Roma, i familiari: «E' stato ucciso dal branco»
di Serena Giannico
Giovedì 21 Marzo 2019, 09:08
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Il ragazzo buono, quello col sorriso sempre pronto, se n'è andato. E nella maniera peggiore possibile. Umberto Ranieri, pittore, performer, scultore, in arte Nniet Brovdi, di 55 anni, di Paglieta (Chieti), non ce l'ha fatta. E' morto ieri mattina all'ospedale San Giovanni di Roma, dopo un'agonia durata quasi tre giorni. Era in coma irreversibile dopo l'aggressione subita, domenica sera, in Largo Preneste, a Roma, città dove si era stabilito da studente. Erano luoghi a lui cari, dove si recava spesso per passeggiare. Era un'abitudine consolidata la sua.

«Me l'hanno ammazzato. Me l'hanno ammazzato quel figlio...»: di dispera la mamma, Anna Silvestri, chiusa in un maglioncino azzurro e nel suo mondo ora devastato. Lei, in questi giorni di dramma, è rimasta nella casa di viale Polsoni, a Paglieta, mentre il marito, Filomeno, è corso al capezzale del figlio. «La madre sta male, sta malissimo...». Piange e non si dà pace, e per comunicarle la notizia della fine del figlio è necessario prima far arrivare un medico. La foto di Umberto è appoggiata su un mobile d'ingresso; vicino ci sono quelle del fratello Fausto, più piccolo di lui e deceduto undici anni fa. Sulle pareti troneggiano diverse opere dell'artista. «Non posso ancora crederci - dice la zia di Umberto, Maria Addolorata Ranieri -, pur se i medici non ci hanno mai dato speranze. L'hanno trovato con la testa spaccata, in un lago di sangue... Ma come si può...».

«Parlano di una bravata... - aggiunge un'altra parente -, ma le bravate portano guai». «Il branco, ucciso dal branco...», si sente risuonare da una stanza. La zia riferisce della loro ultima conversazione, al telefono, poco prima del pestaggio letale. «Mi aveva parlato di un lavoro al Macro Museo e di altri progetti in cantiere. Tutto cancellato». Poi le aveva annunciato la passeggiata pomeridiana, quella che gli è costata la vita. «Esco, per una camminata, con un libro». Lo hanno trovato, a sera, con il cranio sfondato.
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