In realtà c'è ancora spazio per sperare di evitare lo sciopero: è arrivato, in zona Cesarini, l'annuncio dell'apertura, a partire da lunedì 8 aprile, di un tavolo di confronto al massimo livello politico del MIUR: una proposta rispetto alla quale i sindacati affermano «piena disponibilità» anche se confermano, «in assenza di impegni puntualmente riscontrabili», la volontà di procedere all' astensione dalle attività non obbligatorie e allo sciopero generale di tutti i lavoratori del comparto il prossimo 17 maggio.
«È uno sciopero per contrastare ogni ipotesi di regionalizzazione del sistema istruzione, che non farebbe altro che aggravare i divari e le disuguaglianze già oggi esistenti fra i territori e mettere in discussione la garanzia del diritto costituzionale all'Istruzione - spiega il leader della Cgil Scuola, Francesco Sinopoli - riteniamo poi assolutamente necessario stanziare le risorse per il contratto 2019-2021. E bisogna stabilizzare il personale docente e ATA fino a sradicare il precariato nella scuola italiana; su tutte queste questioni non abbiamo ricevuto risposte». «Non si pensi di risolvere le questioni complesse che riguardano la democrazia e il futuro del Paese, buttando la palla in tribuna. Se invece si vuole giocare una partita a carte scoperte la Uil Scuola è pronta: vanno date risposte alle emergenze: stipendiale, del precariato, organizzativa dei servizi complementari ATA, e un netto No alla regionalizzazione del sistema di istruzione statale», incalza il segretario della Uil Scuola, Pino Turi.
«Ad oggi per il personale del comparto istruzione e ricerca si profilano aumenti che sono meno della metà di quelli ottenuti col contratto precedente - fa notare la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi - per il personale ATA chiediamo di sbloccare le assunzioni e riattivare percorsi di mobilità professionale e ci sono i progetti di regionalizzazione della scuola che non possono certo andare avanti alla chetichella come fin qui avvenuto».
Alla mobilitazione del 17 maggio ha aderito l'Unicobas. «Per noi - dice il segretario Stefano d'Errico - sarà il secondo sciopero contro la regionalizzazione: siamo molto soddisfatti che su un tema di questa importanza si sia riusciti finalmente ad arrivare ad una azione unitaria».