Presidio a oltranza in difesa
​dell'ospedale: appello alle istituzioni

Presidio a oltranza in difesa dell'ospedale: appello alle istituzioni
di Giuseppe Piscitelli
Lunedì 8 Aprile 2019, 11:51 - Ultimo agg. 12:00
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Ieri mattina una delegazione del comitato civico spontaneo «Curiamo la vita» è andata in missione ad Airola, dove nel piazzale antistante la vanvitelliana chiesa dell'Annunziata si è svolta una manifestazione di solidarietà a sostegno della protesta per il mantenimento in vita, ricollocazione e riclassificazione del presidio ospedaliero «Sant'Alfonso». Esposti alcuni striscioni del comitato ed altri. In quello del locale «Caudium basket club» si poteva leggere: «Giù le mani dall'ospedale Sant'Alfonso». E poi messaggi come «Un bravo politico produce risultati, non spiegazioni» e «La più grande ricchezza è la salute». Una componente della squadra di pallacanestro si è anche incatenata.

Le attiviste sono poi tornate nel presidio per incatenarsi ed attendere le risposte. Le pasionarie di «Curiamo la vita» (Mena Di Stasi, Michela Ottobre, Giuseppina De Masi, Stella Truocchio, Margherita Rossano, Adelina Vene) lanciano un ultimatum al governatore Vincenzo De Luca ed al ministro della sanità, Giulia Grillo: «Fate presto a decidere, altrimenti siamo pronte a riprendere lo sciopero della fame». E sperano anche che De Luca fissi la data per venire nel Sannio a parlarne.

Sotto la tenda del presidio, al freddo di una giornata non primaverile, si è svolta ieri pomeriggio anche la festicciola della prima confessione della figlia di Mena Di Stasi, Simona, che ha preferito che si svolgesse nel luogo dove si trova la mamma da sabato 30 aprile invece che all'oratorio parrocchiale. In un giorno speciale ha risposto così alla mamma: «Voglio venire in tenda con voi...».
 
Intanto Di Stasi replica al coordinatore dell'associazione «Io per Benevento», Giuseppe Schipani, che aveva sostenuto che «Curiamo la vita» si è mobilitato solo per salvare l'ospedale: «Voleva intervenire alla manifestazione di lunedì, gli hanno spiegato che non sarebbe intervenuto nessuno, soltanto il vescovo. Sa benissimo che nelle nostre richieste abbiamo menzionato anche il Rummo». Con «Io per Benevento» si è invece schierato l'altro comitato, «Pro ospedale», che sta raccogliendo firme per la rimozione di Pizzuti da direttore generale dell'azienda ospedaliera «San Pio», che riunisce Sant'Alfonso e Rummo. Secondo la presidente Lucrezia D'Abruzzo «ci si deve muovere nel rispetto delle leggi e non si ritiene opportuno staccarci dal Rummo ma, in attesa dei tempi e costi del polo oncologico, Pizzuti avrebbe potuto e dovuto riorganizzare meglio il nostro ospedale». E interviene anche il presidente provinciale dell'ordine dei medici, Giovanni Ianniello: «Premesso che il polo oncologico è un'occasione da non perdere per la provincia, in attesa di una decisione sul destino del Sant'Alfonso è necessario dare informazioni precise. In attesa del Polo bisogna pensare a come far funzionare la struttura al meglio. Siamo disponibili a mettere a disposizione la nostra posizione di neutralità per raggiungere una corretta comunicazione tra le parti».
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