Noemi, è salvo il vero obiettivo del raid: conosceva il killer, ora dovrà farne il nome

Noemi, è salvo il vero obiettivo del raid: conosceva il killer, ora dovrà farne il nome
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 8 Maggio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 16:28
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Il conto alla rovescia è cominciato. Mentre si resta con il fiato sospeso per la piccola Noemi, migliorano lentamente le condizioni di salute di Salvatore Nurcaro, il 31enne che rappresentava l'obiettivo dell'uomo che gli ha sparato contro sei colpi di pistola calibro 9 in piazza Nazionale. Uno di quei micidiali proiettili «parabellum» ha centrato al torace la bimba di quattro anni che continua a lottare tra la vita e la morte nella Rianimazione dell'ospedale Santobono.

Nurcaro - il cui nome resta legato ad un'inchiesta di bancarotta fraudolenta per oltre un milione di euro - a breve potrebbe essere stubato e dunque in condizione di poter parlare. E ciò rappresenterebbe la svolta in un'indagine apparsa subito delicata e complessa. Gli investigatori ipotizzano che vittima e aggressore si conoscessero: e dunque il misterioso uomo tarchiato, vestito di nero e che ha agito indossando un casco integrale scuro, avrebbe le ore contate. A rivelare la sua identità potrebbe essere dunque lo stesso 31enne obiettivo dell'agguato in piazza Nazionale venerdì pomeriggio. Le immagini di alcuni impianti di videosorveglianza di un negozio che si trova in zona mostrano chiaramente che il giovane si accorge all'ultimo momento dell'arrivo del killer che a un metro di distanza inizia a scarrellare l'arma (che aveva peraltro già il colpo in canna: particolare che indicherebbe la scarsa familiarità dell'aggressore con una pistola); anche se non si vede bene se abbia anche avuto il tempo di voltarsi e guardare in volto l'uomo armato.
 
Ma sono ancora tanti i punti oscuri di tutta la vicenda. Significativi riscontri utili alla ricostruzione del fatto sono già in possesso di polizia e carabinieri, che indagano sotto il coordinamento della Procura della Repubblica guidata da Giovanni Melillo: a fornire i primi indizi, utili a circoscrivere il loro lavoro investigativo, è stato il telefonino cellulare che Nurcaro stava utilizzando proprio mentre il criminale iniziava a premere il grilletto.

Sono ore cruciali, dunque, quelle che scorrono e che potrebbero imprimere una svolta all'inchiesta. Pur senza trascurare alcuna pista, gli investigatori puntano a una vendetta privata. Ipotesi che nelle ultime ore avrebbe preso il sopravvento su quella che riporta a un'esecuzione di stampo camorristico. E tuttavia non c'è dubbio che quanto accaduto venerdì pomeriggio sia maturato in un contesto di profondo degrado delinquenziale.

Ma se si allontana lo scenario della faida di camorra tra i Mazzarella e i Rinaldi (Nurcaro è originario del Rione Villa, teatro di stese e sanguinosi scontri soltanto fino a pochi giorni fa), allora bisogna prendere in considerazione il movente personale. Quale? O una vendetta legata ad una truffa, oppure - ma molto in secondo piano - quello di natura passionale. «Un fatto è certo - sussurra a microfoni spenti un investigatore di punta impegnato nelle indagini - servisse anche un anno, prenderemo chi ha sparato e ha colpito la povera Noemi».

E così, mentre prosegue la caccia all'uomo, resta da capire dove si sia rifugiato, e su quali eventuali complicità e fiancheggiatori possa in questo momento contare. Intorno a lui si sta facendo terra bruciata. E c'è qualcuno che adesso auspica un suo ripensamento, e la possibilità che qualcuno lo induca a costituirsi. Nessuna traccia anche del Benelli giallo, lo scooter usato per arrivare e poi fuggire dal luogo dell'agguato. Emerge un particolare inquietante: quello stesso scooter - la cui targa è stata raccolta da un testimone e poi data ai poliziotti - è comparsa dall'analisi delle telecamere di sorveglianza stradale in diversi passaggi per il centro di Napoli nei giorni precedenti al raid: il che potrebbe dimostrare che il killer era alla spasmodica ricerca dell'obiettivo. Resta invece, almeno per il momento, un mistero sul perché Nurcaro si trovasse nel pomeriggio di venerdì in piazza Nazionale. Aveva un appuntamento con qualcuno? E questo qualcuno potrebbe aver fatto da basista al misterioso sparatore? Domande ancora senza risposta.

Intanto ieri pomeriggio, in Prefettura, si è tenuto il comitato per l'ordine e la sicurezza presieduto da Carmela Pagano. Presenti i vertici di polizia, carabinieri, finanza e polizia municipale, oltre al sindaco de Magistris. Un appuntamento, fanno notare fonti di Palazzo di Governo, già fissato da dieci giorni, e dunque non improntato alla sparatoria di piazza Nazionale.

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