Acri prima città italiana a dichiarare
lo stato di emergenza climatica

Acri prima città italiana a dichiarare lo stato di emergenza climatica
Giovedì 9 Maggio 2019, 12:55 - Ultimo agg. 13:07
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E' Acri, in Calabria, la prima città italiana ad aver dichiarato formalmente lo stato di emergenza climatica. Segue altre 200 città europee mentre altre dieci, a pochi giorni dal vertice di Sibiu sul futuro dell'Europa, si aggiungeranno nella Penisola per chiedere ai capi di governo dell’Ue di approvare una strategia di decarbonizzazione a lungo termine per raggiungere le zero emissioni entro il 2050. Milano, Bologna, Firenze, Arezzo, Capaci, Mantova, Modena, Senigallia, Torino e Zugliano (Vicenza) hanno firmato una lettera aperta a nome di 62 milioni di cittadini provenienti da 21 Stati Ue e 7 Paesi del vicinato per chiedere all’Unione di stabilire un quadro più ambizioso per raggiungere le zero emissioni nette di gas serra entro il 2050.

Non è un atto formale. Si chiede che in dieci anni si raggiunga il traguardo di tagliare della metà le emissioni eliminando dal bilancio Ue le sovvenzioni ai combustibili fossili.

I leader dell’Ue devono fare presto sull’azione per il clima, decidendo entro giugno l’obiettivo di azzerare le emissioni nette per il 2050 in modo da arrivare con una posizione ambiziosa al vertice Onu sul clima di settembre. Lo chiedono i rappresentanti di Francia, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna e Svezia in una lettera congiunta circolata tra le delegazioni dei 28. L’appello del gruppo degli 8 Paesi, che già durante lo scorso vertice Ue avevano chiesto di accelerare sull’adozione della strategia europea sul clima al 2050, arriva alla vigilia del summit di Sibiu, dove i leader dei 28 discuteranno del futuro dell’Unione. Tra le proposte avanzate dagli 8, la destinazione di almeno il 25% delle risorse del prossimo bilancio pluriennale Ue 2021-2027 all’azione per il clima e alla transizione verso la decarbonizzazione dell’economia.
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