L'Esercito ormai è senza giovani: «Non sono più abituati alla disciplina»

L'Esercito ormai è senza giovani: «Non sono più abituati alla disciplina»
L'Esercito ormai è senza giovani: «Non sono più abituati alla disciplina»
Martedì 14 Maggio 2019, 19:16 - Ultimo agg. 15 Maggio, 16:12
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Sono passati 12 anni dal «bamboccioni» pronunciato dall'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa. Nel 2012 un altro ministro, Elsa Fornero, scelse un termine inglese, «choosy». Oggi il capo di Stato Maggiore dell'Esercito, il generale Salvatore Farina, parla di giovani italiani «non abituati ad un regime di vita più rigoroso e disciplinato». Molti millennials che si mettono la divisa come volontari lasciano addirittura dopo soli 15 giorni «sotto le armi», perchè non gradiscono gli orari, l'autorità o perché hanno nostalgia di casa. Il generale Farina, in audizione alla commissione Difesa della Camera, lancia l'allarme sui soldati sempre più anziani.

«E l'età media elevata - sottolinea - è in antitesi con la professione delle armi, che è caratterizzata da uno stress psico-fisico elevato e chiede al personale di operare in scenari estremi». Servirebbero dunque forze fresche. E qui c'è il tasto dolente. Già il calo demografico, osserva il capo di Stato Maggiore, restringe il bacino dei potenziali nuovi militari. Poi, aggiunge, c'è «la nostra società che sta cambiando, con un mutamento dei modelli educativi che comportano una certa difficoltà dei giovani a confrontarsi con l'autorità e ad adattarsi ad uno stile di vita più rigoroso e disciplinato».

Lo dimostra quanto accade ai ragazzi che si presentano tra i volontari in ferma breve. «È quasi raddoppiato negli ultimi anni - spiega il generale Farina - il numero di chi presenta le proprie dimissioni nei primi 15 giorni di corso, senza avvenimenti particolari. Ciò è verosimilmente da correlare al fatto che i giovani non sono abituati ad un regime di vita ordinato e disciplinato». Dai questionari emerge che le ragioni principali del repentino abbandono della divisa sono «la difficoltà ad abituarsi a nuovi ritmi di vita e orari, la lontananza dagli affetti, la mancanza di comfort».

Per approfondire i motivi di questa disaffezione i vertici militari hanno promesso un'indagine sociologica. Intanto, però, c'è da risolvere il problema delle reclute insufficienti. L'alto ufficiale propone una serie di misure: aumento della paga dagli attuali mille euro al mese a 1.200; passare ad una ferma di tre anni più tre; favorire il ricollocamento in altre amministrazioni dello Stato o in aziende private dei congedati creando un'Agenzia nazionale ad hoc.
 


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