Vincent Lambert, la Corte d'appello di Parigi ha ordinato la ripresa delle cure

Vincent Lambert, la Corte d'appello di Parigi ha ordinato la ripresa delle cure
Lunedì 20 Maggio 2019, 10:29 - Ultimo agg. 7 Giugno, 14:15
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La Corte d'appello di Parigi ha ordinato la ripresa delle cure per Vincent Lambert, il tetraplegico in stato vegetativo al centro di una decennale battaglia legale. I trattamenti che tenevano in vita Lambert erano stati interrotti solo stamattina. La decisione è stata assunta dopo un ennesimo ricorso dei famigliari contrari alla sospensione dei trattamenti. 

Si tratta di un incredibile colpo di scena nel caso che da dieci anni è divenuto un simbolo del dibattito sul fine vita in Francia. Per la Corte d'appello di Parigi, a cui erano ricorsi questa mattina i genitori contrari alla sospensione dei trattamenti che mantenevano in vita Vincent Lambert, bisogna riattaccare la spina. Nel pomeriggio, la Corte europea dei diritti umani aveva invece respinto il ricorso dei genitori, in assenza di «nuovi elementi». Mentre il presidente, Emmanuel Macron, aveva detto che la decisione non spettava a lui. La Corte d'appello di Parigi ha invece accolto a sorpresa il ricorso dei genitori, ferventi cattolici, che hanno invocato le raccomandazioni del Comitato dei Diritti dei disabili delle Nazioni Unite.




LA GIORNATA
«Lo stanno uccidendo, sono dei mostri». È Viviane, la madre di Vincent Lambert, a lanciare il grido della disperazione nelle ore in cui - dopo 10 anni di battaglia legale combattuta nei tribunali di Francia e d'Europa - sono stati interrotti i trattamenti che mantengono in vita il figlio, di 42 anni. «Dopo tanti anni è un sollievo», è invece la posizione di Francois, nipote del paziente, che fa parte della vasta famiglia Lambert che si è dilaniata dal 2013 su questa decisione cruciale. 



La moglie di Vincent, Rachel, suo nipote e sei fratelli e sorelle hanno accettato la decisione dei medici, che è stata messa in pratica oggi dopo anni di ricorsi e che potrebbe portare Vincent alla fine del lungo tunnel. Pierre e Viviane Lambert, i genitori, vicini ai cattolici integralisti della Fratellanza sacerdotale San Pio X, sono invece ferocemente contrari, così come un fratello e una sorella del paziente. Come era stato anticipato, la decisione di staccare la spina a Lambert, in stato semivegetativo da 10 anni, è stata applicata questa mattina, secondo quanto annunciato dal suo medico curante, Vincent Sanchez. «Sono dei mostri, dei mostri, dei nazisti», ha gridato in lacrime allontanandosi in automobile dall'ospedale la madre di Vincent.

I due legali dei genitori, in un comunicato, hanno aggiunto che il dottor Sanchez «in violazione di tutti i suoi doveri, ha annunciato alla famiglia di aver iniziato il processo di morte senza preavviso, senza tener conto dei ricorsi e delle misure provvisorie». Gli avvocati chiedono la radiazione di Sanchez dall'ordine. Lambert è stato posto in sedazione profonda e la sua alimentazione, rimasta sempre artificiale, è stata interrotta. Non è servito a nulla l'ultimo ricorso dei genitori alla Corte europea dei diritti umani per far sospendere la procedura. La risposta è stata negativa, ricorso respinto perché «non sono stati forniti fatti nuovi».

I sanitari - Lambert è stato in questi anni oggetto di almeno una ventina di esami approfonditi di equipe mediche diverse, tutte dello stesso parere - agiscono sulla base della legge in vigore, approvata nel 2016: si vieta l'eutanasia e il suicidio assistito ma si autorizza la sospensione dei trattamenti in caso di «ostinazione irragionevole», con cure che appaiono «inutili, sproporzionate o con l'unico scopo del mantenimento artificiale della vita». Nel maggio 2013, una prima interruzione dei trattamenti e dell'alimentazione era durata 31 giorni ma Vincent non era morto. Questo perché l'equipe medica scelse di mantenere 200 millilitri di idratazione al giorno, per lasciar morire «quasi da solo» Vincent.

Ma, a detta degli stessi medici, quella decisione fu «un errore».

Senza nominare espressamente la vicenda Lambert, papa Francesco ha twittato oggi a metà giornata parole inequivocabili: «Preghiamo per quanti vivono in stato di grave infermità. Custodiamo sempre la vita, dono di Dio, dall'inizio alla fine naturale. Non cediamo alla cultura dello scarto». Nella settimana che precede le elezioni europee, il caso Lambert è l'ennesimo tema di battaglia anche fra i politici: se il presidente Emmanuel Macron ha affermato di non volersi «immischiare» nella decisione, è stata Marine Le Pen a impadronirsi subito del tema: «È una decisione che condanna Vincent a morte, non siamo in presenza di accanimento terapeutico».

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