Le mamme discettano su come tirare su i ragazzi, «non ha mai detto: non posso uscire devo studiare!»; «dagli magnesio potassio e vitamine»: 15 giorni che non passano mai, con i figli minori ignorati e gelosi. «Mi sono dimenticata dei colloqui del piccolo», «neanche sono andata alla recita». Quando montano i sensi di colpa sfuggono rassicurazioni minacciose «non te la prendere tesoro, faremo lo stesso con te, se ne avrai bisogno». Ma anche no, pensa lui, che ha già capito tutto. E già ha puntato una scuola soft, pur di tenersi alla larga da questi noiosi vecchi pazzi.
Voti e pagelle, famiglie in tilt: «Ma con 5,78 passi lo stesso?»
di Raffaella Troili
Mercoledì 22 Maggio 2019, 00:15
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Questa l’hai archiviata»; «questa te la rischi». Qui non lo interroga più, buon segno? Tempo di bilanci, in famiglia. Tra isterismi stanchezza visi pallidi e assonnati, mancano 15 giorni al D Day, l’ultima campanella. Tutti a fare i conti: qui hai 5,78, qui l’hai sfangata, 6,65, anche qui 6,30 e 6,01, qui devi recuperare 5,75. «Ma non interroga più, dice che ha chiuso» (pure lei?!). In classe si elemosinano interrogazioni, in casa si stampano le medie materia per materia, è tutta una corsa al 6. Anche i genitori sono stanchi, chi si aspettava di ritornare al liceo?. Papà ha assunto le sembianze di Jack Nicholson in Qualcuno volò sul nido del cuculo, capelli sgarrupati, volto trasfigurato.
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