Dal battistero al calendario marmoreo: a Napoli ritrovati i tesori nascosti del Duomo

Dal battistero al calendario marmoreo: a Napoli ritrovati i tesori nascosti del Duomo
di Marco Perillo
Sabato 25 Maggio 2019, 20:28
2 Minuti di Lettura
Un antipasto di quella che potrà essere una delle visite più gettonate alla scoperta della storia di Napoli. Grazie all’iniziativa "Studi Aperti di Architettura" dell'Ordine degli Architetti di Napoli, sono state eccezionalmente aperte per la prima volta al pubblico le porte del cantiere del “Quadriportico della Stefania” all’interno del complesso monumentale del Duomo di Napoli.
 


L’idea è stata dell’architetto Teresa Tauro, ben nota agli amanti della storia di Napoli come autrice del volume “Alle origini dell’urbanistica di Napoli” e direttore dei lavori di restauro del Quadriportico iniziati nel novembre del 2013 grazie ad un finanziamento di Ales, Arte Lavoro e Servizi S.p.A., società  in house del MIBAC. Un cantiere di restauro che, come spesso accade a Napoli, è stata anche una fucina di suggestive scoperte archeologiche. Su tutte quella che potrebbe essere il secondo battistero del complesso monumentale del Duomo che finora non era mai stato ritrovato. “Nel corso dei lavori - spiega Teresa Tauro – sono stati rinvenuti i resti di una vasca di forma circolare ubicata nel centro geometrico del monumento e rivestita in lastre di marmo, con un perimetro esterno articolato da nicchie ornamentali e servita da una canalizzazione di deflusso delle acque che ne fiancheggia l’emiciclo”. Una scoperta di cui aveva già parlato in anteprima proprio “Il Mattino” e sulla quale sta completando gli studi e la datazione (per ora riconducibile al V secolo D.C. e quindi coeva al Quadriportico) la Soprintendenza Archeologica di Napoli.

«Contiamo di completare i lavori di restauro entro fine 2019 - anticipa Carmine Guarino, direttore dell’Ufficio tecnico della Diocesi di Napoli - ed aprire al pubblico questo luogo meraviglioso e i suoi grandi tesori: dal Calendario marmoreo del IX secolo D.C. proveniente dalla Basilica di San Giovanni Maggiore agli affreschi cinquecenteschi della Cappella Tocco, annessa al Duomo».

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA