Tria: abbattere il debito ed evitare procedura, serve compromesso con l'Europa

Tria: abbattere il debito, evitare procedura fa male anche all'Europa
Tria: abbattere il debito, evitare procedura fa male anche all'Europa
Mercoledì 12 Giugno 2019, 13:37 - Ultimo agg. 13 Giugno, 11:35
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Il mnistro del Tesoro GIovanni Tria ha sottolineato oggi che il debito italiano è «enorme» e che «bisogna cercare di abbatterlo. Il ministro è intervenuto al convegno organizzato dal Messaggero alla sede dell'Abi a Roma dal titolo «Strategie per l'Italia», terza edizione dell'evento «Obbligati a Crescere». Per cercare di tranquillizzare gli italiani e i mercati - ha proseguito il ministro - è necessario entrare in una traiettoria in cui il tasso di crescita dell'economia è superiore a quello del debito». Tria ha poi sottolineato che quest'anno, a «legislazione vigente», il deficit non sarà del 2,4% come previsto ma intorno al 2,1-2,2% grazie a «tutta una serie di entrate» sul fronte tributario e non tributario e alla spesa inferiore al previsto per quota 100 e reddito di cittadinanza. E quindi «siamo grosso modo nel braccio preventivo del Patto di stabilità», ha aggiunto.

Mentre per il 2020 c'è il problema di come coprire le risorse necessarie per evitare l'aumento dell'Iva e fare la riforma fiscale. Per il 2020 bisogna vedere «come evitare incremento Iva e lavorare sul taglio di altre imposte». Tria ha quindi ricordato che per la commissione «la procedura è stata dichiarata come giustificata per il 2018, tenete presente che per il 2018 il governo non è che ha fatto nulla e che c'è stato un rallentamento non previsto in quelle dimensioni». Il ministro ha comunque sottolineato che con una crescita come quella prevista la politica di bilancio non può essre definita «espansiva o allegra». 

Nei confronti della Commissione europea, che ha ritenuto giustificata una procedura per deficit eccessivo, «si tratterà di vedere come spiegare, come anticipare forse» ma non ci sarà «nessuna manovra aggiuntiva», ha poi ribadito il ministro.

Tria ha quindi aggiunto che con Bruxelles serve «un compromesso» perché lo scontro danneggia l'Italia ma anche l'Europa. «Dobbiamo evitare in tutti i modi» la procedura d'infrazione della Ue che «farebbe sicuramente male all'Italia ma può fare male all'Europa», ha affermato il ministro, secondo cui «dobbiamo arrivare assolutamente a un compromesso, con una trattativa e un dialogo costruttivo. È nell'interesse dell'Italia ma anche dell'Europa», aggiunge il ministro. «I negoziati con la Commissione Ue sono delle trappole per il Paese e per la stessa Commissione Ue», ha rilevato. Il ministro ha poi sostenuto che se non «si riesce a progettare investimenti pubblici è difficile rilanciare la crescita» e ha concluso dicendo che la situazione «è difficile ma non disperata». I fondamentali «sonho buoni» e «la struttura produttiva è forte e lo riconoscono in tutto il mondo», ha continuatoil ministro, anche se «c'è anche una reputazione per cui poi ci sono difficoltà a venire ad investire». 

«Sono discussioni riservate che vanno avanti». Così infine il ministro dell'Economia ha risposto al termine del suo intevento a chi gli chiedeva della coesione nel governo - dopo il vertice di stamani - sull'atteggiamento da tenere nei confronti dell'Unione europea che sta portando avanti l'iter per una procedura d'infrazione sul deficit italiano.

 
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