Premio Troisi, il direttore è Gino Rivieccio: «Un gran galà per Massimo»

Premio Troisi, il direttore è Gino Rivieccio: «Un gran galà per Massimo»
di Stefano Prestisimone
Giovedì 13 Giugno 2019, 09:23 - Ultimo agg. 11:12
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«Porto dentro di me un infinito affetto e amore vero il Massimo Troisi attore e uomo, un gigante della nostra arte. Lui volava altissimo pur essendo il re della misura e dell'umiltà, il suo posto da 25 anni resta ancora vuoto. Perché non c'è nessuno che possa riempirlo. Poter lavorare al festival che porta il suo nome dunque mi fa felice perché si, posso dirlo: sono il nuovo direttore artistico del Premio Troisi. E mi sento davvero onorato da questa investitura che mi hanno regalato il sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, e la sua amministrazione comunale, anche perché cade in una occasione particolare e molto sentita come il venticinquennale della scomparsa di Massimo. E per completare aggiungo che è anche il quarantennale della mia carriera». Così Gino Rivieccio annuncia la nomina sulla tolda di comando della diciannovesima edizione della manifestazione che nel 2017 e 2018 era stata diretta da Paolo Caiazzo e che nel passato aveva avuto come direttori artistici anche Pippo Baudo e Maurizio Costanzo.
Appuntamento di nuovo in estate, dopo alcune parentesi invernali: il festival andrà in scena infatti dal 20 al 27 luglio.

Lo stile, Rivieccio, sarà «troisiano»?
«Ovviamente, nel pieno rispetto delle sue caratteristiche. Non posso ancora dire nulla sugli ospiti, anche perché la nomina è di queste ore. Ma garantisco che il livello sarà davvero molto alto. Ho conosciuto poco Massimo, le nostre frequentazioni non sono state frequenti purtroppo. Ricordo di averlo incrociato al Teatro Tenda a Roma, nel 1983, dove lui si esibiva con la Smorfia. Ogni sera era un clamoroso successo. Io ero ancora abbastanza agli inizi, provavo a farmi largo, ma dialogammo molto affabilmente. Poi qualche altra volta ci siamo salutati in occasioni di cene o serate a casa di amici comuni. Lui sempre silenzioso, discreto».
 
Che cosa ha amato di più di lui?
«La sua universalità, era capace di parlare al pubblico di tutta Italia e anche a quello straniero, pur esprimendosi quasi sempre nel suo meraviglioso ed elegante dialetto napoletano. Dote rarissima. Lui non c'è più ma le opere dei grandi per fortuna restano. Ci ha lasciato dei gioielli inestimabili. A partire dall'ultimo suo film Il postino, un capolavoro. E poi la poesia, i sentimenti, le emozioni, i colori di tutte le sue opere. E poi la sua incollocabilità: sarebbe riduttivo definirlo attore o comico, non è catalogabile. Era una maschera. Faceva ridere anche senza dire nulla, le sue pause sono memorabili e soprattutto era lontano dagli stereotipi. Lui ha sempre evitato qualsiasi tipo di luogo comune o omologazione».

Tornando al premio, resteranno le sezioni storiche della manifestazione?
«Su questo posso sbilanciarmi, dicendo che tutto sarà rispettato. Ovviamente l'osservatorio sui comici e i laboratori, perché la sostanza del premio va salvaguardata. E poi la ricerca dei giovani talenti. Una parte importante dunque sarà basata sulla formazione e sulla vetrina delle nuove leve. La sezione dell'attore comico è un must e avverrà attraverso le selezioni, come sempre, con eliminatorie e finali. Tra l'altro, nel 2006 e nel 2007, con Pippo Baudo al comando del premio, avevo già diretto questa sezione in particolare. Poi ci saranno gli altri 3 segmenti standard: il corto comico, la scrittura comica e la scrittura drammaturgica».

Ci anticipa altri particolari?
«Ci saranno eventi speciali, mostre, sarà una grande edizione. Inviteremo alcuni degli autori che hanno pubblicato libri su Massimo Troisi per un talk show speciale. E poi una serata a cui tengo tantissimo ed è quella che dedicheremo ad Alighiero Noschese, che è sepolto a San Giorgio a Cremano, luogo che amava. È stato un altro gigante dello spettacolo e non sempre viene ricordato in modo adeguato. Così l'evento si intitolerà Per non dimenticare Alighiero. E poi ovviamente il galà finale, che sarà scoppiettante. Il premio lo dirigerò artisticamente ma sarò anche sul palco. Perché quella è la mia casa da sempre».
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