Elogio della finta

Elogio della finta
Lunedì 24 Giugno 2019, 15:23
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Olivier Guez, con “Elogio della finta” (Neri Pozza), prova a restituirci il calcio brasiliano e il suo legame col gesto più bello e ingannevole, a fermare un movimento, e a capire cosa c’è dietro. Ne viene fuori un librettino che ripete storie che conosciamo già, sociologia spiccia intorno al gol e poco altro. Su Garrincha poi, è come vedere asciugare la pittura: sarà che abbiamo letto Brera, Galeano e Pastorin che sull’ala brasiliana hanno scritto grandi pagine; sarà che la storia del calciatore con una gamba più corta dell’altra ormai è scavalcata dalla realtà brasiliana che in un recente sondaggio della Fox non l’ha nemmeno messo tra i primi dieci della storia, forse perché il Brasile va da un’altra parte, che Guez non intercetta, e vuole dimenticare la povertà. Quando i libri si traducono anni dopo, l’originale francese è del 2014, bisognerebbe chiedere all’autore una integrazione e/o prefazione minima visto che è in corso uno sconvolgimento politico e culturale nel paese di cui parla. Sarà anche che da Neri Pozza non han letto Berselli (vero fuoriclasse di queste operazioni) e nemmeno in Francia – purtroppo –, e sarà anche che il dribbling è l’essenza del Brasile; ma il libro di Guez rimane sgangherato e inutile, un vezzo intellettuale. 
 
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