Migranti, navi marina e Gdf a difesa dei porti: radar e aerei per controllare partenze

Migranti, navi marina e Gdf a difesa dei porti: radar e aerei per controllare partenze
Migranti, navi marina e Gdf a difesa dei porti: radar e aerei per controllare partenze
di Michela Allegri
Lunedì 8 Luglio 2019, 19:29 - Ultimo agg. 9 Luglio, 08:54
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La replica di Matteo Salvini non si è fatta attendere: dopo le dichiarazioni del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, - «senza le navi della missione Sophia tornano le Ong. Quello che sta succedendo si sarebbe potuto evitare» - il leader del Viminale convoca il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza. Prima risponde a via XX Settembre: «La missione Sophia recuperò decine di migliaia di immigrati e li portò tutti in Italia. Le navi militari non possono fornire servizio taxi delle Ong». Poi, nel corso della riunione, espone le novità sul tavolo. Sono tante e vanno in un'unica direzione: guerra aperta alle organizzazioni non governative e agli scafisti, difesa dei confini e riduzione delle partenze. La proposta del Viminale è netta: schierare navi della Marina e della Finanza per controllare le partenze dei migranti e «a difesa» dei porti italiani. Una presa di posizione che incrina ulteriormente la tenuta del governo, visto che fonti Cinquestelle si affrettano a sottolineare che «i compiti di polizia in mare non sono della Marina. Come al solito Salvini mistifica». Lo scontro tra ministri non accenna a placarsi e in serata deve intervenire il premier Giuseppe Conte. Invia una lettera ai leader dei dicasteri interessati nel fronte immigrazione - oltre a Salvini e Trenta, Danilo Toninelli, Giovanni Tria e Enzo Moavero Milanesi -, invita alla collaborazione e convoca un vertice per domani. Di fronte a una situazione di emergenza come quella delle ultime settimane, «diventa ancora più urgente coordinare le iniziative dei ministeri competenti, anche al fine di evitare che possano ingenerarsi sovrapposizioni o malintesi che finirebbero per nuocere alla nostra azione», si legge nel documento.

Ma Salvini è un fiume in piena. Durante il Comitato per la sicurezza parla della «necessità» di impiegare radar, navi e aerei militari. Un nuovo accordo con Tripoli prevede l'invio di 10 motovedette alla Guardia costiera libica. E c'è il progetto di incrementare i contatti con la Tunisia per aumentare i rimpatri e ridurre le partenze. Il capo di Stato maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli, che ha partecipato al Comitato, conferma «l'impegno per la sorveglianza e la protezione delle coste». Ma, sottolinea, «nell'ambito delle proprie responsabilità di pianificazione, predisposizione e impiego delle Forze Armate nel loro complesso».

GLI EMENDAMENTI
Mentre a Lampedusa la nave Alex della Mediterranea viene confiscata in conseguenza del decreto sicurezza bis e le sanzioni a carico di comandante e armatore vengono triplicate - da 16mila a 53mila euro -, Salvini torna a proporre modifiche al dl in fase di conversione, per rendere più efficace «il contrasto al traffico di esseri umani» e per aumentare le pene «per scafisti e trafficanti». Sul tema, il pressing di Salvini è altissimo. E i Cinquestelle provano ad anticipare il ministro: presentano per primi un emendamento che prevede di eliminare la necessità della recidiva per procedere con la confisca delle imbarcazioni che violino il divieto di ingresso in acque territoriali. La confisca, appunto, scatterebbe al primo accesso e, in caso di sequestro giudiziale, si inserisce la possibilità che i natanti possano essere impiegati dalla Polizia e dalle Capitanerie di porto. D'altronde, è stato Luigi Di Maio a dire: «Per quanto mi riguarda quando una nave non risponde agli ordini si sequestra, si confisca, la si mette a terra e così la finiamo con questo show».

Il Viminale ha anche fatto il punto sul tema sbarchi: «Da 17mila del 2018 siamo passati a 3mila», secondo i dati del ministero. Ma se i grandi arrivi via mare sono diminuiti, continuano i mini-sbarchi a Lampedusa. Dopo i 10 migranti approdati sull'isola due giorni fa, ieri ne sono arrivati altri 19 a bordo di una piccola imbarcazione. E in 47 arriveranno a Pozzallo, dopo essere stati soccorsi dalle motovedette della Guardia costiera e della Finanza. Intanto la Alex resta ferma nel porto, mentre la Sea Watch 3 di Carola Rackete - la comandante verrà interrogata il 18 luglio ad Agrigento - è ormeggiata a Licata. La nave della Mediterranea è stata confiscata dalla Finanza perché, oltre alla violazione del posto di blocco, le è stato contestato anche «un ingresso accidentale nelle acque territoriali, avvenuto venerdì mattina», che vale come recidiva. Lo spiega in un tweet la Ong italiana.

LA SFIDA
Intanto la sfida delle Ong al Viminale prosegue su tutti i fronti: la Open Arms è in mare, mentre la Alan Kurdi, della tedesca Sea Eye, subito dopo avere consegnato alle motovedette maltesi i migranti soccorsi l'altro giorno - verranno accolti da Germania, Francia, Lussemburgo, Malta e Portogallo insieme ai naufraghi della Alex - sta già correndo in soccorso di un altro gommone, con 50 persone a bordo: si profila un nuovo braccio di ferro al largo di Lampedusa. Mentre dall'isola siciliana il sindaco di Napoli fa un annuncio che non piace al Viminale: «Stiamo costruendo una piccola flotta, siamo disposti ad andare a soccorrere», dice Luigi de Magistris. «Violerebbe le leggi», gli fa eco il vicepresidente leghista del Senato, Roberto Calderoli. A fine giornata, Salvini non risparmia una stoccata a giudici e pm: «Sono curioso di vedere se in Italia ci sarà qualcuno che darà una pacca sulle spalle a chi ha ignorato le leggi e messo a rischio vite».

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