Dopo i giochi, stadio Collana addio:
«Tornerà a essere un cantiere»

Dopo i giochi, stadio Collana addio: «Tornerà a essere un cantiere»
di Bruno Majorano
Venerdì 12 Luglio 2019, 07:38
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Il rischio che il Collana possa ritornare ad essere una cattedrale nel deserto è molto più che reale. L'impianto del Vomero, infatti, è stato riportato in vita esclusivamente ad uso e consumo delle Universiadi. Una risurrezione in ogni caso parziale, perché è vero sì che lo stadio è stato utilizzato per gli allenamenti di lanciatori martellisti e giavellottisti, ma solo ed esclusivamente da loro. Ovvero: soltanto gli atleti hanno avuto modo di accedere al Collana. Atleti e basta. Nessun tifoso, nessun tecnico interessato a studiare gli allenamenti. Nessuno. Questo perché allo stato attuale lo stadio è ancora un mezzo cantiere.

 

«Sono state rese agibili per gli allenamenti solo pista, campo e parte degli spogliatoi», spiega il presidente della Fidal regionale Sandro Del Naia. «Le tribune erano interdette». Tutto a causa dei lavori che persistono e soprattutto persisteranno. «Dopo le Universiadi continueranno i lavori. In particolare si dovranno fare quelli per le illuminazioni dello stadio e probabilmente dovranno anche lavorare su un paio di corsie esterne della pista di atletica perché devono essere sistemate le torri-faro». E allora? «Dovranno chiudere nuovamente l'impianto». Poche certezze anche sui tempi di riapertura. «Difficile se ne possa parlare nel 2019. Forse dovremo aspettare il 2020. Ma anche quello è da definire perché ci sono tante turbolenze. L'unica certezza è che finite le Universiadi il Collana tornerà ad essere un cantiere». Il tutto con una conseguenza che oramai è sotto gli occhi di tutti. «Stiamo perdendo generazioni di giovani sportivi. E trovo scandaloso che i ragazzi non abbiano più un riferimento dal punto di vista sportivo», aggiunge Del Naia. «Abbiamo 500 tesserati in meno nella Provincia di Napoli: sono tutti quelli che utilizzavano il Collana per l'atletica. Si stanno disperdendo. E per recuperarli ci vorrà il doppio del tempo».
IL PROGETTO
La questione gira attorno al palleggiarsi delle responsabilità tra regione Campania (che si occupa di prato e pista d'atletica) e la Giano, società che dovrebbe occuparsi delle palestre. Ecco, a proposito: in occasione delle Universiadi, gli spogliatoi sono stati sistemati, ma solo in parte. Ovvero solo quelli che erano necessari per consentire agli atleti che dovevano allenarsi di potersi cambiare. Ma il resto no. Anche quello resta un cantiere. «L'impegno della Ginao è stato pienamente rispettato: dovevamo fare gli spogliatoi. Abbiamo un contratto con la Regione e fino ad ora abbiamo fatto i primi contratti con le associazioni sportive per il futuro», spiega l'amministratore della Giano Gennaro Ferraro. «Una cosa è certa: il Collana certamente tornerà ad essere un cantiere. Per i tempi è impossibile dirlo. Alcune cose partiranno presto perché richiedono un intervento meno impegnativo. Altre no, perché buona parte dello stadio non è praticabile. Ma il nostro interesse è quello di fare presto». Durante gli allenamenti - offlimits ai non addetti ai lavori - degli atleti durante le Universiadi, le tribune e le zone ancora cantiere sono state ricoperte da enormi teli che nascondono quello tutto ciò che è stato deciso di tenere lontano dagli occhi.
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