Torino, l'Appendino tra dimissioni e rimpasto della giunta per fare fuori i pasdaran grillini

Torino, l'Appendino tra dimissioni e rimpasto della giunta per fare fuori i pasdaran grillini
Torino, l'Appendino tra dimissioni e rimpasto della giunta per fare fuori i pasdaran grillini
Sabato 13 Luglio 2019, 19:49 - Ultimo agg. 20:29
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Ancora una volta l'amministrazione pentastellata di Torino guidata da Chiara Appendino è in bilico. Nonostante l'appoggio incondizionato arrivato ieri dal capo politico del Movimento 5Stelle Luigi Di Maio, che si è fermato nel capoluogo piemontese per un incontro fiume finito dopo mezzanotte, la situazione è grave.

Appendino ha parlato, si è presa due giorni per decidere: tra le ipotesi ci sarebbero anche le dimissioni, ma chi la conosce bene dice che non sarà lei a staccare la spina, e che ancora una volta troverà un modo per andare avanti superando l'ennesimo momento difficile.

Dalle opposizioni è un coro di richieste di dimissioni. «Ormai la giunta del Comune di Torino è un corpo estraneo rispetto alla città: hanno avuto una posizione folle sulle Olimpiadi, folle sulla Tav, ridicola rispetto al Salone dell'Auto. Ne traggano le conclusioni», ha affermato il capogruppo leghista alla Camera e coordinatore del Carroccio piemontese Riccardo Molinari. E alla domanda se Appendino debba dimettersi, ha replicato: «Io non chiedo mai le dimissioni di nessuno. Dico solo: tragga le sue conclusioni». Forza Nuova invece per chiedere le dimissioni della sindaca è arrivata ad aprire una petizione online.

L'Appendino potrebbe seguire le orme del sindaco a 5 Stelle di Venaria (Comune alle porte di Torino, ndr) Roberto Falcone, che si è dimesso da poche settimane.
Oppure, ed è fra le ipotesi più accreditate, optare per un rimpasto della giunta liberandosi dello scomodo vicesindaco Guido Montanari, che rivendica di avere mandato i vigili a multare gli espositori del Salone dell'Auto per mancata celerità nel montare e smontare gli stand, dopo avere imposto per l'operazione tempi contingentati. Una delle gocce che hanno fatto traboccare il vaso e spinto la manifestazione, che ha avuto 700 mila visitatori e ricadute stimate in quattro milioni di euro, ad annunciare il trasloco a Milano. L'esclusione dalla maggioranza degli avversari interni più irriducibili sarebbe la strada più difficile, per una questione di numeri. L'appuntamento è per la seduta del Consiglio comunale di lunedì, o al più tardi per la riunione di maggioranza che Appendino ha convocato subito dopo. Fino ad allora nessun vertice, la sindaca ha detto di voler decidere da sola.
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