Il Levante

Il Levante
Sabato 13 Luglio 2019, 21:16
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Col ritmo di Gioacchino Rossini, mescolando Emilio Salgari e Edmond Rostand, Alvaro Mutis e Jules Verne, giocando tra canto e narrazione, poesia e prosa, Mircea Cărtărescu ha scritto “Il Levante” (Voland). Un libro raffinato e avvincente in ogni rigo: «I rivoltosi rimasero due settimane sull’isola a forma di lettera, per ristorarsi e riparare col filo di seta il dirigibile squarciato. Pinne di squalo vorticano nell’azzurro del golfo». Attraverso le imprese di Manoil – per cielo, mare e terra, un principe libero come il pirata alle Antille: Samuel Bellamy – che cerca la libertà per il suo popolo: il lettore viene portato a spasso tra generi e lingue, capovolgimenti d’argomento e di pagine, fino ad uscirne stravolto tra visioni e passioni. Un romanzo fuori dal tempo e dai cardini dell’ordinario quello di Cărtărescu – mai stato conformista  ma questa volta ha provato a strafare – inclassificabile per i canoni della mediocrità corrente che trova posto per tutto tranne che per l’autentica bellezza. “Il Levante” accarezza, culla e scompiglia, cuori e stanze. «Cosa è successo e cosa succederà / ve lo racconterò un’altra volta».
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