Un'epoca d'oro per la città partenopea, che dopo il terribile terremoto dell'80 si risollevò da tanti punti di vista. E in quella Napoli ambientò i suoi film Luciano De Crescenzo, da sempre tifoso della squadra azzurra. Immortali sono le immagini che lo vedono sul campo dello stadio San Paolo durante i festeggiamenti del secondo scudetto partenenopeo, in compagnia di Marisa Laurito. Al primo scudetto De Crescenzo dedicò un libro raro e introvabile edito da Mondadori, «La domenica del villaggio» con le fotografie di Sergio Siano.
De Crescenzo seguiva sempre a distanza gli azzurri ma il giorno del primo scudetto, nell'87, era in campo travestito da fotografo.
Tanti sono gli aneddoti che ha raccontato sulla sua passione per la maglia azzurra. Uno dei più significativi è questo: «Ricordo come oggi, la prima volta che ho pianto. Avevo nove anni, mio padre mi portò allo stadio Ascarelli a seguire la partita tra il Napoli e l'Ambrosiana, che oggi è l'Inter. Perdemmo all'ultimo minuto, all'ultimo secondo: iniziai a piangere disperatamente, a dirotto ed in quel momento lo realizzai. Ero un tifoso del Napoli e così è sempre stato, è e saranno sempre una sofferenza genuina. Credo che tifare per la squadra della propria città sia un fatto normale. E quelli napoletani sono degli ottimi tifosi. Maradona? L'ho conosciuto quando ero ingegnere, però non ci fu molto dialogo, forse non destai il suo interesse... Però mi fece una buona impressione, lo considero una brava persona».
Non si è fatto attendere il cordoglio del Calcio Napoli per la scomparsa dell'igegnere filosofo: «Ciao Luciano!» è il tweet di addio.
Ciao Luciano! 💙#ForzaNapoliSempre pic.twitter.com/aRIC24rD15
— Official SSC Napoli (@sscnapoli) 18 luglio 2019