L'anomalia Ben Marcus

L'anomalia Ben Marcus
Giovedì 25 Luglio 2019, 09:27
1 Minuto di Lettura
Ben Marcus è capace di raccontare tutto quello che sembra irraccontabile, uscendo da qualunque canone. Lo scrittore americano sembra un alieno generatore di storie straordinarie, con una lingua, un tono e delle trame che sono solo sue. Da anni pratica – in isolamento – una produzione alternativa e irraggiungibile, senza preoccuparsi dell’ordinario, anzi, trasformando e capovolgendo il quotidiano. Dove Raymond Carver acchiappava il dettaglio, restituiva il piccolo angolo di storia americana, Ben Marcus costruisce tele sottilissime, precarissime, muovendosi sull’assunzione di una realtà altra, di un mondo leggermente sfocato, non distante, non marziano, contiguo, tangibile a tratti, eppure in-esistente. Nel salto tra l’esistente e l’in-esistente c’è il probabile e lì Ben Marcus lavora, costruisce, edifica. L’ultimo prodotto della ricerca Marcus è “Via dal mare” (Black Coffee editore, traduzione di Sara Reggiani), quindici racconti come non ne avete mai letti, tra questi spicca “Il costume del padre” (uscito da Alet con le tavole di Matthew Ritchie) che è una summa del benmarcusismo e delle sue ossessioni. Imperdibile.