Il sudcoreano non conosce la lingua dei segni perché gli è stato insegnato a leggere le labbra in coreano quando era bambino.
Tutto ciò non gli ha impedito di cimentarsi ad alti livelli nel tennis: dalla prima partecipazione a un torneo Challenger all'età di 14 anni alla prima finale sempre in un Challenger a Little Rock lo scorso giugno fino alla prima gioia a livello Atp sul cemento di Winston Salem, dove ora è atteso dal confronto con il numero 3 del seeding Hubert Hurkacz. «Affronterò quest'incontro con lo stesso approccio di sempre, darò il massimo e poi vedremo cosa accadrà», ha spiegato Lee, attualmente numero 212 del mondo.