Crisi di governo, Moavero al Meeting di Rimini: «Le autocritiche sono sempre doverose»

Crisi di governo, Moavero al Meeting di Rimini: «Le autocritiche sono sempre doverose»
Crisi di governo, Moavero al Meeting di Rimini: «Le autocritiche sono sempre doverose»
di Franca Giansoldati
Mercoledì 21 Agosto 2019, 16:04
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RIMINI «Con le dimissioni di Conte si è aperto un percorso che conosciamo tutti, c'è la Costituzione da seguire e ci sono le consultazioni del Capo dello Stato: dobbiamo aspettare doverosamente l'evoluzione della situazione; i tempi rapidi ci permetteranno di avere risposte». Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi al Meeting di Rimini, commenta la crisi di governo e non si sottrae alle domande che gli vengono poste. Non nasconde una certa delusione per come si è conclusa la parabola del governo giallo-verde e non fa mistero del bisogno di una sorta di autocritica collettiva.

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«Io credo che quando si arriva alla fine di una esperienza di governo ma succede anche con una esperienza di vita, le autocritiche sono sempre doverose. Personalmente mi attengo a questa prassi: non si può immaginare di indovinarle sempre tutte. Lo stesso vale per la fine dei governi e dei cicli. Raramente sono tutte rose e fiori e naturalmente possono esserci spine. Questa fine di governo è una sorta di delusione collettiva sia per chi ne ha fatto parte sia per le forze che lo hanno sostenuto, anche se nessuno ha rinnegato il lavoro che si è svolto assieme, un lavoro fatto dai protagonisti per il bene del Paese». 
Non sarebbe meglio andare a votare?
«Questa resta una delle possibilità, così come c'è la possibilità di una riedizione e anche la possibilità di diverse maggioranze parlamentari. In ogni caso la direzione del Capo dello Stato ci incute solo fiducia e aspettiamo».
C'è una manovra all'orizzonte, un commissario da scegliere, e ora?
«Sul fronte della legge di stabilità la procedura non si aprì sulla base di dati concreti che erano positivi, e hanno dato una base importante per la legge di stabilità prossima, quindi si parte da una situazione economica che l'Unione Europea pochi mesi fa ha considerato positiva, per quanto riguarda la scelta del commissario sappiamo che esiste la data di riferimento fissata dalla presidente Von Der Leyen per il 26 agosto, non è termine perentorio ma è quello che permette alla presidente di completare la compagine nell'interesse di tutti gli stati membri per poi dare inizio ad audizioni parlamentari, e sarà necessario per l'Italia procedere attorno a quella data». 
Che ne pensa del governo Ursula? 
«E' una eventualità che presuppone l'adesione di forze politiche che nel dibattito parlamentare non sembravano dalla stessa parte».
Che ne pensa del discorso del premier Conte?
«Ha fatto le sue comunicazioni con dei rilievi di cui più volte ha detto che riassumeva la piena responsabilità e quindi lascererei in questo ambito la considerazione».
Conte potrebbe essere un buon commissario di governo?
«Penso che in molti possono esserlo».
 

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