Turismo spaziale “made in Italy” pronto al decollo: così in orbita da Grottaglie Video

Turismo spaziale made in Italy pronto al decollo: così in orbita da Grottaglie
Turismo spaziale “made in Italy” pronto al decollo: così in orbita da Grottaglie
di Paolo Ricci Bitti
Lunedì 26 Agosto 2019, 02:13 - Ultimo agg. 28 Febbraio, 11:19
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Vincenzo Giorgio è nato 60 anni fa a Napoli dove si è laureato in Ingegneria elettronica all’università Federico II . È amministratore delegato di Altec Spa, azienda partecipata da Thales Alenia Space e Agenzia spaziale italiana, all’avanguardia nella fornitura di servizi per le missioni spaziali. Ha contribuito alla realizzazione della stazione spaziale internazionale e ha seguito le missioni dell’Esa Bepi Colombo, destinata a Mercurio, ed Exomars (Marte). 
È appassionato di ciclismo in montagna e trekking.


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Paolo Ricci Bitti

Anche senza essere visionari estremi come Richard Branson, Elon Musk e Jeff Bezos, se si guarda bene si intravedono già i tabelloni delle partenze e degli arrivi dello Spaceport America in New Mexico e del primo spazioporto italiano a Grottaglie (Taranto) della Virgin Galactic?
«Sì - risponde l’ingegnere Vincenzo Giorgio - E nei primi tempi la località di partenza e quella di arrivo coincideranno, ma non è remota la possibilità di collegare molto rapidamente, grazie alla futura rete di spazioporti, le città ai quattro angoli della Terra».


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Insomma, questione di pochi mesi e il nuovo movimento del turismo spaziale di “massa” conterà i primi viaggiatori portati a 100 chilometri di altezza (orbita bassa) probabilmente dalla Virgin Galactic?
«La compagnia di Richard Branson, con cui Altec, Agenzia spaziale italiana e Sitael (satelliti e propulsione spaziale) hanno firmato un accordo nel 2018 per lo spazioporto pugliese, prevede il primo volo commerciale dal New Mexico entro la fine del 2019, per poi pianificare con regolarità dal 2020 almeno 44 voli l’anno per portare in orbita oltre 200 turisti, anche perché c’è da smaltire il più in fretta possibile la lista d’attesa, che comprende Leonardo Di Caprio, Lady Gaga e pure quattro italiani, che è già a quota 700».


Vincenzo Giorgio

E Grottaglie? A quando la trasformazione dell’aeroporto militare e civile “Marcello Arlotta” a primo spazioporto europeo?
«Senza dimenticare l’eccezionale know how italiano in fatto di spazio, il più che centenario scalo pugliese dispone già della struttura essenziale, la lunga pista di decollo e atterraggio (3.200 metri, adatta per i 747 cargo modificati che trasportano parti della fusoliera del Boing 787 costruite nei pressi da Leonardo, ndr) mentre invece nel deserto del New Mexico, 150 chilometri a nord di El Paso, lo stato si è accollato la costruzione ex novo dello spettacolare complesso progettata da Norman Foster (archistar questa volta non suona così roboante, ndr). Contiamo servano 18 mesi di lavoro per realizzare a Grottaglie le altre strutture di servizio (hangar, centro di controllo, simulatori) da quando la Virgin Galactic sarà pienamente operativa negli Usa. Tempi necessari anche per mettere a punto la complicata, e inedita non solo in Italia, normativa legata ai voli suborbitali rispetto alla quale l’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) sta lavorando alacremente. Pensiamo solo, ad esempio, alle questioni assicurative».



Pochi mesi, allora, anche se in questi anni i rinvii si sono accumulati soprattutto dopo la morte durante un test del pilota Mike Alsbury nel 2014.
«Sì, un episodio che ci ricorda l’assoluta complessità delle attività spaziali che magari ci siamo abituati a considerare quasi di routine. Invece andare nello spazio, portandovi per di più i turisti e non un’elite di persone quali sono gli astronauti professionisti, richiederà sempre sforzi importanti. Il paragone è con la fase pionieristica del volo commerciale ormai 100 anni fa ed è entusiasmante cercare di essere protagonisti con l’Italia dell’esplorazione di questa nuova frontiera tra Mesosfera e Termosfera tra i 50 e i 100 chilometri di altezza: regge anche l’analogia con i costi esorbitanti dei primi biglietti aerei per un, mettiamo, “Parigi-Londra” e le attuali tariffe low cost 100 volte più basse. Adesso la Virgin Galactic, e anche la Blu Origin di Bezos, chiedono 250mila dollari per un volo suborbitale, ma in futuro i costi caleranno».




Il prezzo comprende un volo da un’ora e mezza circa, ma ci si trasformerà in astronauti solo per sei minuti.
«E le sembra poco fluttuare per quel periodo di tempo contemporaneamente guardando da quell’altezza la meraviglia della Terra, i suo colori, la sua curvatura, apprezzare l’atmosfera che la protegge? Basta pensare ai brividi che vengono quando si ascolta un astronauta raccontare la sua esperienza in orbita per avere voglia di partire. E poi si passerà in pochi mesi dai 559 astronauti dal 1961 a oggi a cifre in migliaia: una democratizzazione dello spazio che aiuterà anche a diffondere i temi della ricerca, della scienza, del rispetto del nostro pianeta».




Che cosa attende il turista spaziale?
«Sarà un’esperienza di quattro giorni, i primi tre per l’addestramento e l’ultimo per i volo».

Scusi, ma gli astronauti hanno fisici perfetti, magari non tutti gli aspiranti turisti spaziali...
«Le previsioni sono assai incoraggianti perché si tratterà di un volo parabolico e non di essere “sparati” in orbita da un razzo».

Come per i turisti della Blu Origin che sta facendo la corsa sulla Virgin Galactic per il primo volo commerciale?
«Sì, in quel caso si sale sulla navicella in cima a un razzo vero e proprio che porta a 100 chilometri per poi scendere appesi a paracadute. Invece al nostro passeggero sarà solo chiesto di sopportare poco più di tre mach (la velocità del suono): 4.000 kmh per circa 3 minuti durante l’accelerazione della SpaceShipTwo dopo che essa sarà stata dolcemente portata fino a 15 chilometri di altezza (poco più degli attuali voli commerciali, ndr) dall’aereo-madre quadrimotore WhiteKnightTwo. La navicella, un piccolo razzo a combustibile solido con le ali, ha sei posti molto comodi, con poltrone che aiutano ad assorbire l’accelerazione, e finestrini, diciamo pure finestroni, assai ampi. Una volta raggiunta la quota suborbitale si accenderà la lucina verde che autorizza lo sgancio della cintura e via al fluttuare nell’abitacolo con il naso incollato ai finestrini. Poi la fase di discesa, anche quella emozionante, planando a spirale fino allo spazioporto, sempre godendosi il panorama».

In effetti suona benissimo, peccato per quel bonifico da 250 mila dollari.
«All’inizio sarà così, poi diventerà meno proibitivo».

Ma, nonostante quei biglietti high cost, Richard Branson dovrà rientrare del miliardo e 300 milioni di dollari spesi per questa impresa, con la Virgin Galactic che presto sarà anche quotata a Wall Street.
«Una somma enorme, ma visitando lo spazioporto del New Mexico ci si rende conto di persona non solo dello spessore imprenditoriale e umano di un tipo come Branson, ma anche del fatto che il business del turismo spaziale renderà ancora più visibili e credibili tutte le altre sue molteplici attività».

E a Grottaglie toccherà subito dopo il New Mexico.
«Sì, per ora lo scalo pugliese è destinato a essere il secondo scalo al mondo della Virgin Galactic, ma proprio perché ci sono stato posso fare il paragone tra vivere questa esperienza dal deserto del New Mexico, appunto e davvero in mezzo al deserto poco più a ovest da dove venne fatta esplodere la prima bomba atomica, e sfrecciare invece verso lo spazio da Grottaglie, dall’Italia, da dove peraltro proviene il friulano Nicola Pecile, uno dei piloti della VG.

Insomma, essere sulla verticale del nostro paese, del Mediterraneo, dell’Europa del Sud, a 100 chilometri d’altezza regalerà scenari ben differenti, anche dal punto di vista del fascino storico. Sarà sì un turismo, almeno all’inizio, molto facoltoso, ma proprio per questo che cosa scegliereste fra trascorrere prima e dopo il volo, magari con la vostra famiglia, qualche giorno in Italia e lo stesso periodo nel deserto del New Mexico? E poi ci sono i cittadini di tante nazioni che non possono e non vogliono andare negli Usa. A parte l’esigenza di smaltire la già lunga lista d’attesa, dopo il primo decollo effettivo dal New Mexico (con Branson a bordo, ndr) si prevede un boom di prenotazioni dei voli (aperti anche a esperimenti scientifici, ndr) e noi vogliamo essere pronti per allestire da Grottaglie almeno 40/44 partenze l’anno».

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