533. Il libro dei giorni

533. Il libro dei giorni
Venerdì 6 Settembre 2019, 11:10
1 Minuto di Lettura
Cees Nooteboom possiede la chiave per decifrare il mondo, se il premio Nobel non fosse diventato un premio inutile ci sarebbe da augurargli la vittoria. Di Nooteboom – in questa rubrica – parliamo da anni, è bravissimo a smontare e rimontare tutto quello che vede, passando da un cactus alla contrapposizione tra Borges e Gombrowicz senza smettere di affascinare. Per lui si possono scomodare W. G. Sebald e il nostro Aldo Buzzi per come riesce a immergersi in un contesto e a giocarci con paragoni e rimandi, creando storie dal nulla o quasi, e senza mai annoiare né cadere nella rassicurante serialità dei gialli italiani. Iperborea ha appena pubblicato “533. Il libro dei giorni” (traduzione di Fulvio Ferrari), il contesto è Minorca, in realtà c’è di tutto: dalle falene a Canetti. E la forza calma del poeta Nooteboom – non uno che canta alle presentazioni – sta nel vedere e masticare senza assillare il lettore, nel percorso tra una pietra e un gigante della letteratura o un insetto. Nei suoi salti c’è la capacità di combattere la morte con la bellezza del racconto, perché è nelle distrazioni che sta la grandezza letteraria.
© RIPRODUZIONE RISERVATA