Cave nel parco, è mobilitazione
«Durazzano non si fa rubare il futuro»

Cave nel parco, è mobilitazione «Durazzano non si fa rubare il futuro»
di Vincenzo De Rosa
Venerdì 6 Settembre 2019, 08:25
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«Il Genio Civile di Benevento sceglie di stare con Moccia e promuove la cava piuttosto che la tutela e la salvaguardia dell'ambiente». Sono le parole, durissime, con cui il sindaco di Durazzano Alessandro Crisci a nome suo e dell'intera amministrazione comunale ha voluto commentare la nota della Regione Campania giunta al protocollo dell'ente che di fatto, richiedendone la pubblicazione all'Albo Pretorio, avvia le procedure per il rilascio della concessione alla coltivazione del comparto estrattivo di Fossa delle Nevi.
 
Un duro ritorno alla realtà per i cittadini di Durazzano e dei comuni limitrofi che oramai, dopo anni di silenzio, consideravano superata l'ipotesi di una nuova cava per l'estrazione di calcare da calce in località Fossa delle Nevi, zona al confine con i centri di Sant'Agata de' Goti, Forchia, Airola, Moiano, Santa Maria a Vico, Arienzo e Cervino. Un caso, quello conosciuto come «Cava Moccia», dal nome dell'impresa che aveva richiesto l'istituzione del comparto, scoppiato nel 2012 quando una delibera della giunta regionale aveva autorizzato l'attività estrattiva. Ne era nata una grande mobilitazione guidata dai sindaci, che aveva coinvolto le associazioni del territorio e che aveva visto anche la nascita di un comitato, e quindi la battaglia legale dei Comuni del comprensorio che assieme alla Provincia di Benevento a partire dal marzo 2013 erano ricorsi al Tar della Campania. Anni di udienze e sentenze fino alle due emesse dal Tar nello scorso maggio. Un primo pronunciamento con il quale i giudici avevano dato ragione alla Regione che aveva negato la concessione estrattiva a Moccia per la mancanza di requisiti (disponibilità del lotto minimo di 5 ettari). Ed una seconda sentenza con la quale il Tar dichiarava illegittima l'istituzione da parte della Regione del parco urbano intercomunale «Dea Diana Tifatino», area di tutela che di fatto avrebbe escluso la possibilità di una nuova cava. L'avvio delle procedure per il rilascio della concessione alla coltivazione del comparto «C12Bn_01» arriva, adesso, proprio a seguito di queste due sentenze.
LE CONTROMOSSE
«Non rimarremo inermi annuncia il sindaco Crisci - e chiamiamo tutti alla massima mobilitazione, perché il nostro futuro e quello dei nostri figli passa per la difesa, la tutela e la salvaguardia dell'ambiente in cui viviamo. Sebbene la sentenza del Tar non sia definitiva, in quanto il Comune di Durazzano, insieme ad altri comuni costituiti nel giudizio di primo grado hanno provveduto ad impugnarla dinanzi al Consiglio di Stato, il Genio Civile anziché valutare la possibilità di revocare l'istituzione del comparto e conferire alle dette aree una destinazione compatibile con l'inclusione nel parco urbano intercomunale a cui lo stesso Tar riconosce pregio paesaggistico, ha deciso di dire sì alla cava, avviando le procedure di acquisizione al patrimonio indisponibile della Regione di tutte le aree del citato comparto estrattivo e quindi la procedura per il rilascio della concessione. Tra l'altro, la procedura avviata ieri ha un triste primato. Per la prima volta nella sua storia la Regione utilizza lo strumento dell'acquisizione a patrimonio e successiva concessione alla coltivazione a cava di calcare di terreni privati. A questo punto ci domandiamo: e la politica regionale dov'è? Cosa ne pensa di questa scelta che speriamo sia solo dirigenziale ma che, di fatto, diviene emblema della sua politica ambientale?».
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