Festa per il 90 anni del Benevento,
amarcord e sogni per la «strega»

Festa per il 90 anni del Benevento, amarcord e sogni per la «strega»
di Luigi Trusio
Sabato 7 Settembre 2019, 10:24
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Una serata magica, che resterà scolpita nella mente e nel cuore di tutti. Il 90esimo compleanno della «strega» è un tourbillon di emozioni, un avamposto di sensazioni, una miscela di sorrisi, sospiri e qualche lacrimuccia. Piazza Castello è un bagno di folla festante, bandiere che sventolano, vessilli che s'innalzano e cori che risuonano per la «strega», entrata di diritto nel ristretto club delle novantenni. Tra foto e clip di epoche diverse, immagini di un passato orgoglioso che non tornerà mai più, glorioso per chi lo ha vissuto intensamente e oggi non può raccontarlo, gli occhi si gonfiano. Le luci abbagliano e coprono quel velo di tristezza mista a malinconia, pensando a chi c'è stato, a quei momenti di gioia condivisi, a quelle esplosioni e quegli abbracci che solo il calcio può regalare. E d'un tratto la vita colorata di giallorosso di ciascuno comincia snodarsi con i suoi fotogrammi, i suoi attimi di felicità. Il treno dei ricordi fa tappa in varie stazioni. Per i più «attempati» parte in anticipo e sosta al «Meomartini», per i più giovani (si fa per dire) ferma ad Avellino, Lecce, Crotone. Un susseguirsi di amarcord e suggestioni nel rivedere i volti del passato, dai presidenti agli allenatori con qualche fisiologica defezione, tutti qualche ruga in più ma pervasi da uno straordinario senso d'appartenenza verso quella città e soprattutto quella gente e quella maglia che hanno amato profondamente, chi per brevi frangenti, chi per periodi un po' più lunghi, oltre ogni cosa.

 

L'ENTUSIASMO
Spettacolare l'arrivo a piazza Castello della Curva Sud, tra sciarpe, fumogeni, sventolio di bandieroni e corsi: «Noi siamo beneventani». Lo show può avere inizio. Davanti a oltre 3mila persone si aprono le danze nel senso letterale della parola, con ballerini che mandano in scena una rievocazione del culto delle streghe. Sale sul palco Pasqualina Sanna, che introduce il giornalista sannita Ettore Intorcia, col quale farà gli onori di casa. Ospiti a raffica: la prima è Rita Minocchia Liuzzi, figlia di Francesco Minocchia, che si sofferma in un toccante ricordo del suo papà, primo presidente e fondatore del Benevento Calcio nel lontano 1929 nonché costruttore dello stadio Meomartini. La Minocchia ringrazia Oreste Vigorito «per avermi voluto su questo palco e per quello che sta facendo per la squadra e la città» e poi premia Giovanni De Toma, l'abbonato più anziano a quasi 92 anni. Per lui la maglia celebrativa del novantenario incorniciata. Poi fa irruzione il comico Biagio Izzo, che tra una battuta e l'altra rivela il rapporto di cuginanza con Oreste Vigorito. Tocca poi alle vecchie glorie giallorosse Graziano Iscaro e Angelo Forgione premiare Giorgia Buonarrobba e Angelo Di Ponte, i due primi abbonati Under 5. Stefania e Sabina Bocchino, figlie degli ex presidenti Antonio Bocchino e Maria Rosaria Cammarota (prima e unico massimo dirigente donna), consegnano la maglia ai primi abbonati stagionali Assunta Mottola e Gerardo Caruso. L'onorevole Erminia Mazzoni, figlia di Ernesto, colui che ha inaugurato il Santa Colomba nel 1979 nella doppia veste di presidente e sindaco della città, premia Ilaria Caporaso e Luca D'Alessandro, i primi abbonati Under 18. Poi è la volta di Ivan Nevola e Carla Crafa premiati dall'ex presidente Gianraffaele Cotroneo.
Dopo il cabaret di Izzo, il coro della Sud al ritmo di «Che bello è...» (si alza in piedi anche Vigorito a battere le mani) precede gli auguri speciali al Benevento e a Vigorito inviati attraverso il video dal numero uno della Figc Gravina e da quello della Lega di B Balata. Dal palco il vicepresidente della Federcalcio Sibilia prende l'impegno di portare la nazionale italiana a giocare a Benevento. Intorcia ringrazia per i tweet di auguri Napoli, Salernitana e Juve Stabia, i tanti ex tra calciatori e allenatori. L'ex presidente onorario Andrea Rillo premia i primi abbonati della provincia. L'ultimo video, quello che ripercorre gli anni della presidenza Vigorito con le cavalcate trionfali, termina con una frase emblematica: «Torneremo in Serie A». E via col ritornello di chiusura delle partite da parte degli ultras («Che vinca o che perda»), che anticipa i cori per Vigorito finalmente sul palco. Per il momento più emozionante: il presidente premia il più piccolo abbonato, Antonio Collarile, che ha ricevuto la prima tessera appena 6 ore dopo la nascita. Vigorito riceve in braccio il pargolo dai genitori e lo omaggia con un abbonamento a vita. Oreste chiude con un ricordo commovente del fratello Ciro: «Tra noi non serve parlare troppo. Basta guardarsi negli occhi. Io porto dentro l'orgoglio sannita. Il cuore di questa città non lo dimenticherò mai. Noi ci riproveremo, torneremo in A. E stavolta, se succede, ci resteremo».
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