Alan Kurdi sbarca a Malta gli ultimi 5 naufraghi: saranno subito trasferiti in paesi Ue

Migranti, ancora divieto di sbarco per la Alan Kurdi. Altre 34 persone salvate dalla Ocean Viking
Migranti, ancora divieto di sbarco per la Alan Kurdi. Altre 34 persone salvate dalla Ocean Viking
Martedì 10 Settembre 2019, 10:01 - Ultimo agg. 18 Settembre, 12:24
6 Minuti di Lettura

Migranti, Malta autorizzerà lo sbarco degli ultimi cinque naufraghi a bordo della Alan Kurdi e poi li trasferirà «immediatamente» in due Stati membri dell'Ue. Lo ha comunicato il governo maltese, senza specificare quali siano i due paesi che accoglieranno i migranti. L'accordo per il ricollocamento - spiega The Times of Malta - è stato negoziato a seguito di discussioni con la Commissione europea ed è stato messo in atto dopo che Sea-Eye, la Ong che gestisce la Alan Kurdi, ha accettato di rinunciare all'azione legale contro Malta inoltrata la scorsa settimana. «Siamo estremamente felici che Malta alla fine si sia assunta la responsabilità che stava negando da 11 giorni», ha detto al quotidiano un portavoce di Sea-Eye.
 


Per il governo maltese si tratta di un «giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà». La Alan Kurdi aveva salvato un gruppo di 13 migranti al largo della Libia all'inizio di settembre e da allora era iniziato un contenzioso con Malta per l'autorizzazione allo sbarco.

La decisione di Malta sblocca anche la situazione sul versante italiano: nonostante sul tavolo del nuovo Governo si parli di modificare il decreto sicurezza bis, per la ong Alan Kurdi il divieto d'ingresso firmato lo scorso 31 agosto dall'allora Ministro dell'Interno Matteo Salvini è ancora vigente. Nei giorni scoprsi era stato concesso lo sbarco solo di 8 migranti per motivi di salute.

LEGGI ANCHE Migranti, stop alla nave Alan Kurdi: «No dell'Italia alla richiesta d'ingresso» della ong Sea Eye

Il Centro di coordinamento del soccorso marittimo della Guardia Costiera italiana aveva negato nuovamente alla nave umanitaria della Sea Eye il permesso di entrare, transitare o fermarsi all'interno delle acque territoriali italiane, come risulta da un post pubblicato dal profilo Twitter della stessa Sea Eye. Il capo missione della nave aveva chiesto nei giorni scorsi aiuto ai Centri di Coordinamento per le operazioni di soccorso marittimo di Italia, Francia, Spagna e Portogallo.
 
Intanto Medici Senza Frontiere ha annunciato che un'altra nave impegnata nelle operazioni di soccorso e ricerca, la Ocean Viking, ha tratto in salvo 34 migranti, tra cui una donna incinta e un bambino di un anno, che si trovavano a bordo della barca a vela Josefa. Negli scorsi giorni aveva già salvato 50 migranti. Il natante si trova in difficoltà di navigazione per via del peggioramento delle condizioni climatiche.

LEGGI ANCHE Migranti, il nuovo Governo nega porto all'Alan Kurdi. Orfini, Pd: «Scelta sbagliata»

Altri 34 migranti, infatti, sono stati presi a bordo dalla Ocean Viking che continua a navigare in area sar libica con 84 persone soccorse. Finalmente a Malta, invece, gli ultimi 5 della Alan Kurdi, dopo che nella serata di ieri l'Italia aveva comunicato che vigeva ancora il divieto d'ingresso firmato dall'ex ministro Matteo Salvini. E mentre l'attuale titolare del Viminale, Luciana Lamorgese, mantiene il low profile e tace, il premier Giuseppe Conte invita «tutte le forze politiche» ad «evitare di concentrarsi ossessivamente sullo slogan, porti aperti o porti chiusi»: il tema «va gestito a livello europeo».

Dalla nuova presidente della Commissione Ursula von der Leyen arriva un'apertura alla revisione del Regolamento di Dublino, che impone al Paese di primo approdo di farsi carico dei migranti. Era stato l'aereo Moonbird di Sea Watch a segnalare ieri un gommone in difficoltà con 34 persone (tra cui una donna incinta ed un bambino di un anno) al largo della Libia. Nella notte sono stati presi a bordo dal veliero Jozefa che li ha poi trasferiti sulla Ocean Viking, «nel mezzo di una tempesta. Abbiamo ancora una volta chiesto un 'place of safety' (un porto sicuro dove sbarcare) per le 84 persone soccorse a bordo», fa sapere Sos Mediterranee che, insieme a Medici senza frontiere, gestisce la nave umanitaria. La Libia ha offerto un 'pos' ma quel Paese, secondo Medici senza frontiere, «non è un posto sicuro dove riportare le persone soccorse. Abbiamo chiesto un'alternativa». E a breve potrebbe toccare così all'Italia dover rispondere alla richiesta della nave delle ong francesi.

La soluzione arriva invece dopo 11 giorni per la Alan Kurdi di Sea Eye. Malta oggi ha accettato di far sbarcare gli ultimi 5 rimasti a bordo, dopo che gli altri 8 erano stati evacuati per ragioni sanitarie in precedenza. Il Governo della Valletta ha spiegato di aver acconsentito allo sbarco dopo che due Paesi europei si sono offerti per accogliere gli ospiti della nave tedesca e dopo che Sea Eye ha accettato di far decadere l'azione legale avviata contro Malta.

Intanto, Conte oggi al Senato ha ribadito che sui decreti sicurezza firmati da Salvini saranno accolte «le osservazioni del presidente della Repubblica», in particolare sulle sanzioni milionarie per le navi delle ong e sull'obbligo di prestare comunque soccorso a chi è in pericolo in mare. I premier ha anche invocato la modifica del Regolamento di Dublino, la 'gabbia' che impone all'Italia di tenersi i migranti sbarcati. E in questo una sponda è giunta dalla neo presidente della Commissione Ue: serve «un nuovo patto sulla migrazione e sull'asilo» e la riforma di Dublino, ha detto von der Leyen. «È - ha aggiunto - una questione che riguarda la solidarietà, che per definizione non può dipendere da una posizione geografica. Non può essere la base sulla quale un Paese deve assumersi maggiori responsabilità per esempio rispetto all'arrivo dei migranti».

Si punta a lavorare per un «approccio nuovo, più sostenibile, affidabile e permanente per la ricerca ed il salvataggio» delle persone «sostituendo le soluzioni ad hoc esistenti», e ad assicurarsi che «esistano autentici percorsi legali verso l'Europa». Naturalmente Salvini va all'attacco. «Sono assolutamente a disposizione - spiega - del nuovo ministro dell'Interno per i dossier aperti. Non per i consigli perché non ne ha bisogno, ma può contare sulla mia leale collaborazione perché si occupa di sicurezza del Paese. Mi auguro che non si pieghi ai ricattucci della sinistra cancellando i decreti sicurezza perché farebbe il male di questo Paese». Dalla parte opposta, attacca anche Matteo Orfini (Pd): «Il primo atto del nuovo governo - nota - è chiudere i porti alla Alan Kurdi che è ancora in mare con solo 5 naufraghi a bordo. Così non va bene, per niente. Cacciare Salvini e tenersi le sue politiche non mi pare geniale.
Chiedo al governo di correggere subito questo errore».


 

© RIPRODUZIONE RISERVATA