Casapound e Forza Nuova, rivolta contro Facebook: «Faremo una class action»

Casapound e Forza Nuova, rivolta contro Facebook: «Faremo una class action»
Casapound e Forza Nuova, rivolta contro Facebook: «Faremo una class action»
Mercoledì 11 Settembre 2019, 19:20 - Ultimo agg. 19:43
2 Minuti di Lettura

Contro la decisione di di Facebook e Instagram di oscurare i propri profili social, i movimenti neofascisti di Casapound e Forza Nuova preparano azioni legali in nome della «libertà d'opinione». L'organizzazione guidata da Gianluca Iannone annuncia una «class action», mentre Roberto Fiore, leader storico di Forza Nuova, ha messo in moto i propri legali contestando all'azienda statunitense il reato di diffamazione.



A due giorni dalla decisione di Facebook e Instagram, entrambi di proprietà di Mark Zuckerberg, di cancellare numerosi account di esponenti e dirigenti perché colpevoli - a detta dei social - di «istigare all'odio», i due movimenti preparano le carte con la speranza di rivedere online i propri account. «L'ufficio legale raccoglierà tutte le richieste per danni avanzate dalle migliaia di persone che hanno visto le proprie pagine di interesse lavorativo cancellate. Il processo penale avrà la funzione di sollevare la questione politica ai più alti livelli giuridici», sottolinea Fiore, leader di Forza Nuova, il movimento di cui fa parte anche Giuliano Castellino, recentemente condannato a 4 anni di carcere per aver tentato di impedire l'assegnazione di un alloggio popolare ad una famiglia eritrea.

Forza Nuova annuncia poi dieci manifestazioni in altrettante città italiane, da Roma a Catanzaro, da Verona a Catania. Sulla stessa lunghezza d'onda anche Casapound. «Siamo pronti ad una class action», annuncia Iannone spiegando che il movimento ha diffidato Facebook a «riattivare immediatamente l'account ufficiale del movimento». «Trascorse invano 48 ore dalla diffida - avverte - partirà un'azione legale, anche per ottenere il risarcimento dei danni subiti». La disattivazione della pagina dell'associazione è stata «improvvisa e ingiustificata», sostiene il movimento nella diffida, nella quale sottolinea anche che l'account ufficiale di Casapound Italia è sempre stato utilizzato nel rispetto delle 'condizioni d'usò di Facebook e delle 'leggi in materià e non ha mai violato questi principi né ha mai diffuso odio. Di parere contrario il social network che, dal canto suo, preferisce non replicare alle azioni annunciate dai movimenti di estrema destra. «I social media seppur privati - chiosa Simone Di Stefano, segretario di Casapound - vanno regolamentati dallo Stato. Proporremo una legge per farlo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA