Roma, Raggi vedrà il premier: ma è scontro con il Pd sulla delega per la Capitale

Roma, Raggi vedrà il premier: ma è scontro con il Pd sulla delega per la Capitale
di Canettieri e De Cicco
Giovedì 12 Settembre 2019, 07:56 - Ultimo agg. 18:43
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ROMA L'appuntamento è stato già richiesto. E dalla settimana prossima - appena le caselle di sottogoverno saranno state riempite - ogni giorno potrebbe essere quello giusto: Virginia Raggi bussa a Palazzo Chigi. La sindaca di Roma vuole incontrare il premier Giuseppe Conte per riprendere i dossier sulla Capitale, lasciati in sospeso prima della crisi agostana. Da parte del presidente del Consiglio, almeno a rileggere il discorso pronunciato lunedì alla Camera durante la fiducia, l'atteggiamento nei confronti dell'Urbe è più che propositivo. Lo status della Capitale «dovrà essere profondamene riformato, perché sia più aderente al ruolo che la città riveste, anche in quanto sede delle massime istituzioni della Repubblica», ha detto Conte lunedì a Montecitorio. Dal governo giallorosso c'è un'apertura di credito sui poteri, ma soprattutto sulle risorse. Visto che da via XX Settembre trapela la volontà di aumentare gli extracosti (1 milioni di euro all'anno) destinati al Campidoglio in virtù della gestione straordinaria dei servizi per eventi sportivi, manifestazioni, ambasciate e Vaticano.

Capitale sballottata dai governi: attende ancora una visione

LO SCONTRO
Ma non è tutto ancora così semplice. Perché tra M5S e Pd si discute - eccome se si discute - per come gestire al meglio la pratica Roma. L'idea di un sottosegretario ad hoc, caldeggiata da una parte del Nazareno, non piace ai grillini. «C'è già e si chiama Virginia Raggi, nel senso che è lei l'ufficiale di collegamento tra il Comune e il governo», dice Francesco Silvestri, vicecapogruppo vicario alla Camera dei pentastellati. «Inoltre - continua Silvestri - spacchettare dai ministeri le deleghe che riguardano Roma per inserirle tutte in un contenitore potrebbe non funzionare. Discorso diverso, invece, se si tratta di spingere tutti insieme verso un'unica direzione: un comitato di saggi per modificare lo statuto ed arrivare così a nuovi poteri, il tutto accompagnato da un'iniezione di risorse che Roma aspetta da troppo tempo». Anche in Campidoglio c'è chi interpreterebbe un eventuale sottosegretario per Roma come una sorta di «commissario» non gradito.
Tra Raggi che ormai vuole trattare direttamente con il premier (ma punta a incontrare anche tutti i ministri grillini, già dalla prossima settimana) c'è però Francesco Boccia. Il titolare dem degli Affari regionali si tiene stretta la delega alle città metropolitane, Roma compresa. «La delega - ragionano dal ministero di Boccia - è parte integrante del nostro dicastero». Raggi invece punta al «tu per tu» con quello che fu anche il suo professore a un esame di diritto privato all'università. Anche perché - è la riflessione che spunta dall'osservatorio privilegiato del Campidoglio - ormai i rapporti di forza nel governo sono cambiati: il Conte-bis ha una marcia in più rispetto al passato. E questa nuova forza travalica anche il ruolo di Luigi Di Maio, sulla carta il referente istituzionale di Raggi, almeno a rigor di casacca. Ma gli equilibri ormai sono cambiati.
 



I FONDI EXTRA
A Palazzo Senatorio sperano di ottenere un segnale importante, non solo a parole, già con la prossima manovra finanziaria. Un primo riconoscimento a svariati zeri: almeno 200 milioni di euro, da investire su trasporti e rifiuti, i due settori in grande sofferenza della città. Poi verrebbe il resto, come la nuova impalcatura costituzionale da costruire attorno alla Capitale. Raggi ieri ha rilanciato l'idea di un «comitato di saggi», insomma un tavolo di esperti bipartisan, costituzionalisti e giuristi di alto profilo. Un organismo «che non sia targato politicamente - ragiona la sindaca - perché è una riforma che deve essere fatta nell'interesse dell'Italia». Al Pd la proposta non dispiace, come fa capire il capogruppo dem in Assemblea capitolina, Giulio Pelonzi: «Bene il tavolo, ma dopo tanti rinvii serve unità da parte di tutte le forze politiche». I dem hanno appena lanciato l'idea di una Commissione speciale in Comune sull'anniversario dei 150 anni di Roma Capitale. Altro organo trasversale. Dai banchi di Fdi, il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, ribadiva il sostegno del partito della Meloni alla riforma per Roma, «ma bisogna fare in fretta». Molto dipenderà dalle mosse di Conte. Raggi lo sa: «Da quando sono arrivata in Campidoglio - ha ammesso ieri la sindaca - l'unica interlocuzione che ho trovato è stata quella con il presidente Conte».

 

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