Dopo la tragedia del Ponte Morandi a Genova, si indaga su nove viadotti in tutta Italia. Sotto accusa dirigenti e impiegati di Autostrade, per alcuni dei quali sono scattate le manette. «La logica che guida le scelte di Aspi e Spea è quella strettamente commerciale, che prevale sulla finalità di garantire la sicurezza», Angela Maria Nutini che ha disposto gli arresti. E il procuratore di Genova, Francesco Cozzi sottolinea: «Taciuti dei dati che avrebbero imposto delle procedure di intervento diverse».
I viadotti finiti nelle indagini sono: il Pecetti in Liguria, il Paolillo in Puglia, il Sarno sulla A30, in Campania, il Moro e il Giustina in Abruzzo, entrambi sulla A14, e altri quattro in provincia di Genova, il Sei Luci sulla A7, il Gargassa sulla A26, il Bisagno e il Veilino sulla A12. Le strutture sono tutte gestite da Autostrade per l’Italia (Aspi), mentre le misure cautelari - tre arresti domiciliari e sei misure interdittive - riguardano i presunti falsi report sui viadotti Pecetti e Paolillo.
Secondo i militari del primo gruppo della Guardia di Finanza di Genova, il gruppo avrebbe 'edulcorato' le relazioni sullo stato dei viadotti controllati.
Dopo il disastro di Genova, inoltre, è stato sequestrato materiale informatico che conteneva una conversazione registrata nel maggio 2017 in cui Michele Donferri Mitelli, l’ex direttore delle manutenzioni e investimenti di Autostrade indagato per il crollo del Ponte Morandi, spingeva a falsificare i dati sul viadotto Giustina. «Devo spendere il meno possibile - dice Donferri nella registrazione eseguita da uno dei suoi uomini -. Sono entrati i tedeschi, sono entrati i cinesi, devo ridurre al massimo i costi... lo capisci o non lo capisci?».
Donferri avrebbe chiesto di scrivere che l'intervento non doveva essere strutturale per evitare i costi del collaudo e delle prescrizioni del Genio Civile. «Adesso te inventi quello che c... te pare e lo metto per obbligo a te e a chi altro mi si para davanti... che c... te ne frega di dire che quello è un intervento strutturale?». Nella registrazione c'è anche il tentativo di abbassare i voti alle strutture dagli ispettori, più alti più servono manutenzioni. «Che sono tutti questi 50, me li dovete toglie’ tutti, adesso li riscrivete e fate Pescara a 40». Intercettazioni che oggi non sarebbero possibili dal momento che dopo il crollo del Morandi Spea ha pensato di utilizzare dei disturbatori di frequenze (jammer).
Ponte Morandi, falsi report sugli altri viadotti. L'ex manager di Autostrade: «Devo ridurre i costi»
Domenica 15 Settembre 2019, 10:43
- Ultimo agg. 16:10
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