Congedo parentale, il ministro Bonetti: «Va allargato anche ai padri»

Congedo parentale, il ministro Bonetti: «Va allargato anche ai padri»
Congedo parentale, il ministro Bonetti: «Va allargato anche ai padri»
Domenica 15 Settembre 2019, 19:12 - Ultimo agg. 5 Ottobre, 22:09
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Congedo parentale allargati ai padri. Ne ha parlato il ministro alle Pari opportunità e Famiglia Elena Bonetti a Radio24 nella trasmissione I Padrieterni: «Bisogna entrare nell'ottica che le misure a sostegno della genitorialità sono atti che producono valore sociale». Bonetti ha quindi ulteriormente precisato: «Vogliamo lavorare ulteriormente sul congedo parentale allargato ai padri, nostra iniziativa della scorsa legislatura. Non significa semplicemente permettere alla donna di dedicarsi maggiormente al lavoro, ma significa riconoscere che il ruolo di un padre è fondamentale sia nei confronti della cura del figlio che nella relazione di coppia.

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Bonetti sul congedo parentale. «Se vogliamo promuovere la natalità e l'empowerment dei giovani cittadini devono essere attivati percorsi che favoriscano la natalità e l'integrazione dei bambini e dei giovani nel mondo collettivo - ha aggiunto - un genitore che resta a casa dal lavoro per andare a parlare con il professore del proprio figlio non esercita solo un diritto che va concesso: si deve riconoscere che in quell'atto di alleanza educativa tra scuola e famiglia si gioca un atto necessario per la formazione del cittadino. Togliamo l'ambiguità per cui alla donna viene concessa la maternità e al padre viene concesso di stare vicino alla moglie e chiudiamo un occhio e gli permettiamo di poterlo fare. Va valorizzata questa esperienza attraverso politiche adeguate che coinvolgono il mondo del lavoro, le politiche familiari e il processo culturale». Non solo, Bonetti sottolinea: «Non nascondiamoci un altro aspetto, questo è anche un modo per poter attivare un empowerment femminile che nel nostro Paese va attivato perché dove all'uomo viene riconosciuto un ruolo di alleanza educativa rispetto alla donna, allora si libera anche la donna rispetto a quella visione relegata in certi contesti che poi non le dà modo di insistere maggiormente nel mondo del lavoro».

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