Villari presidente di Città della Scienza: «Ecco la mia sfida per la rinascita»

Villari presidente di Città della Scienza: «Ecco la mia sfida per la rinascita»
di Paolo Barbuto
Domenica 22 Settembre 2019, 09:00 - Ultimo agg. 14:55
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Ha il piglio del giovane intraprendente, l'età e l'esperienza dell'uomo politico navigato, le spalle forti per sostenere il peso delle mille polemiche che stanno accompagnando la nuova nomina: presidente di Città della Scienza. Riccardo Villari s'avvicina alla nuova avventura con la prudenza del medico che ha bisogno di studiare la situazione prima di presentare la sua diagnosi, spiega di avere un mucchio di documenti da leggere, tante persone da incontrare, tante questioni da approfondire prima di poter spiegare quale sarà la strada da intraprendere. Per adesso, a pochi giorni dalla nomina ufficiale da parte del governatore De Luca dice con grinta: «Questa istituzione deve recuperare lo spirito con il quale è stata inventata da Silvestrini: avvicinare la gente alla scienza, cancellare ogni distanza, permettere a ciascuno di capire e di crescere».

Belle parole d'esordio, presidente Villari, ma piuttosto vaghe: in concreto cosa significa?
«Vuol dire battersi innanzitutto per far rinascere la struttura devastata dall'incendio del 2013 e fare il massimo per far crescere il numero dei visitatori. Poi, ovviamente, dare maggiore smalto a tutta l'immensa altra parte di lavoro che va dall'incubatore di imprese all'alta formazione».
 
Sembra facile, siamo all'anno zero.
«Guardi che dentro Città della Scienza ci sono persone dalle grandi capacità, ogni singolo addetto ha un bagaglio di entusiasmo e di esperienza che non va perduto, il grande valore della struttura sono i lavoratori, ad ogni livello».

Dice così perché certi sindacati si sono già messi di traverso.
«No, non sono uno che fa sviolinate. Se dico che ogni lavoratore di Città della Scienza rappresenta un valore incommensurabile è perché lo penso veramente. Poi il confronto sindacale è un'altra cosa».

Magari quel confronto è determinante viste le difficoltà e le preoccupazioni dei lavoratori.
«Lei continua a confondere i livelli: non dico che la situazione è semplice e verrà risolta in un batter d'occhio, parlo delle immense capacità dei lavoratori che nessuno può negare».

Ha già pensato cosa dirà loro?
«No, il percorso è ancora lungo. Ho bisogno prima di tutto di capire, di incontrare il commissario Albano al quale va il mio ringraziamento per ciò che è riuscito a fare nel periodo in cui ha gestito la struttura. Solo dopo aver avuto un quadro chiaro della situazione mi metterò in azione, e la prima cosa che farò sarà incontrare tutti gli addetti».

Qual è il primo passo per la rinascita?
«Lo ripeto, è ancora presto per presentare un piano. Di certo bisogna ripartire dalla ricostruzione di quel che andò in fumo sei anni fa».

Dove verrà ricostruita quella struttura?
«Buona domanda ma io non ho ancora una risposta. So solo che bisogna accelerare al massimo».

Poche risposte, ma le domande che arrivano, dalla città e dai dipendenti, sono tante, una su tutte: che futuro ha città della Scienza?
«Se tutti si impegneranno con entusiasmo e passione, il futuro sarà stupefacente. E non mi riferisco all'impegno dei lavoratori, parlo del mondo delle istituzioni, della politica, dell'amministrazione, e anche di quello dell'informazione: se non c'è unità di intenti non si va lontano».

Lei dice queste cose perché la sua nomina è stata al centro di polemiche.
«Tante parole sterili, dettate solo dalla rabbia dell'agone politico. Ma la mia nomina non ha nulla a che vedere con la politica».

Ci consente di dubitare?
«Il dubbio lo cancello subito spiegando che, in questo momento, io con il presidente De Luca non ho ancora nemmeno parlato. Chi vede dietro la mia nomina un mondo torbido di accordi politici o elettorali sbaglia in maniera clamorosa. Chi aggiunge al racconto aggettivi ignominiosi su di me ne risponderà nelle sedi opportune».

Scusi, ma se non c'entra la politica come si è giunti al nome di Villari per la nomina al vertice di Città della Scienza?
«Possibile che nessuno riesca a valutare il fatto che una persona come me ha le caratteristiche adatte per ricoprire questo ruolo?».

Per carità, non è questione di caratteristiche.
«No, per piacere, mi lasci concludere. Io mi sono lungamente dedicato al Paese seguendo una missione in politica ma vengo dal mondo Accademico. Mi permetta di ricordare a chi contesta la mia nomina che io non sono uno scappato di casa: sono un medico, un docente, sono ricercatore universitario e ho pubblicazioni sulle più importanti riviste internazionali del settore medico».

Ne fa una questione personale, eppure la politica dovrebbe averle insegnato ad assorbire i colpi della polemica.
«Qui si è passato il limite: s'è scagliato contro di me chi fa il moralista e poi fa assumere i parenti da colleghi politici, mi hanno accerchiato anche certe penne di partito».

No, per piacere, Villari, se ha qualcosa da dire a un giornalista ne parli con quel giornalista.
«Lo farei con piacere se cercasse un confronto con me».

Non è solo il mondo della politica ad aver criticato la sua nomina, anche il professor Silvestrini, il fondatore di città della Scienza, ha avuto parole durissime nei suoi confronti.
«Sono certo che non avrebbe detto quelle cose se avesse preso le giuste informazioni su di me, forse si è fidato di quel che gli ha raccontato qualcuno. Ma sono certo che quando ci incontreremo a Città della Scienza, dove Silvestrini resta presidente onorario, avremo modo di chiarire tutto e di stringerci la mano. Anche lui capirà che non è il momento delle contrapposizioni, bisogna solo rimboccarsi le maniche e recuperare il tempo perduto».

Dicono che un presidente che viene dalla politica non potrà che fare del male a Città della Scienza?
«Non mi sembra che i presidenti passati venissero dal mondo della politica e sono certo che non hanno lasciato una situazione particolarmente entusiasmante...»
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