Benoit Jacquot sbarca a Napoli: «Nel mio film Casanova fa cilecca»

Benoit Jacquot
Benoit Jacquot
di Diego Del Pozzo
Martedì 24 Settembre 2019, 11:30 - Ultimo agg. 11:32
4 Minuti di Lettura
A inaugurare la ventunesima edizione del Napoli Film Festival, ieri sera all'Istituto francese, è stato un maestro del cinema d'oltralpe come il settantaduenne regista e sceneggiatore Benoit Jacquot, che assieme a Valeria Golino ha presentato il suo film più recente, il melodramma in costume «Dernier amour», interpretato da Vincent Lindon, Stacy Martin e dalla stessa Golino, dalle licenziose memorie settecentesche di Giacomo Casanova.

Monsieur Jacquot, come mai ha scelto di raccontare un personaggio come Casanova?
«Quando ero molto giovane lessi le sue memorie, scritte in francese, restandone affascinato. Già allora pensai che sarebbe valsa la pena ricavarne un film. Poi, nel corso degli anni, mi è capitato di rileggerle molte volte, finché Casanova non è diventato per me un amico e complice, col quale dialogare e confrontarmi. Al momento giusto, quindi, è arrivato il film».

Che racconta, però, il suo unico fallimento amoroso, nella Londra di metà Settecento. Perché, tra i tanti presenti nelle memorie, proprio questo episodio?
«Inizialmente, il film avrebbe dovuto narrare un'altra storia, di una quindicina d'anni prima. E Casanova avrebbe dovuto avere il volto più giovane di Riccardo Scamarcio. Poi, però, Vincent Lindon, col quale avevo già lavorato, venne a sapere del film e decise che Giacomo Casanova sarebbe dovuto essere lui e nessun altro, tanto da convincere me e i produttori a cambiare il progetto per cucirlo su di lui. Così, ho scelto un episodio ambientato al tempo dell'esilio londinese, con un mutato punto di vista e toni più commoventi e crepuscolari, in modo da mettere in scena un Casanova il più vicino possibile a Vincent».

E Valeria Golino?
«Ammiro da sempre il suo talento di artista, sin dai primi film in inglese. Valeria, tra l'altro, mi piace molto anche come regista e trovo che il suo film più recente, Euforia, sia bellissimo. Avevo voglia di lavorare con lei e trascorrere qualche settimana in sua compagnia, così le ho affidato il personaggio che rappresenta il passato di Giacomo e una sorta di suo riflesso al femminile».

Oltre a «Euforia» della Golino, c'è qualche altro film italiano recente che le è piaciuto?
«Ciò che riesco a vedere mi piace, anche se non sono molti i film italiani che escono in Francia. Mi è piaciuto Lazzaro felice della Rohrwacher e ammiro anche autori più noti come Garrone e Sorrentino. Il problema del cinema italiano, però, è che ci ha messo troppo tempo a rinascere. E rispetto alla montagna altissima dei capolavori che guardavo da ragazzo, quello di oggi mi sembra al massimo una collinetta. Io amo l'Italia e il suo cinema; e quando avevo 18 anni ho avuto la fortuna di fare da assistente a Vittorio De Sica, durante la lavorazione a Parigi di Sette volte donna, la sua commedia con Shirley Mclaine».

Quale è il suo rapporto con Napoli?
«Conosco bene la città, ma anche la costiera, le isole e i dintorni. Ci sono stato molte volte fin da ragazzo e ne sono innamorato. Stavolta, ho approfittato della presenza al festival per tornare anche al museo archeologico, dove mancavo da una trentina d'anni. A folgorarmi fu la visione di Viaggio in Italia di Rossellini, un film che mi fece capire come questa fosse realmente una terra di miracoli, a partire dalla sua luce unica, nella quale per me si nasconde la grazia.

Che cosa la attende nell'immediato futuro?
«A dicembre inizierò a girare un nuovo film, con Charlotte Gainsbourg protagonista. Gireremo in Costa azzurra d'inverno a partire da una pièce di Marguerite Duras, regalatami da lei quando avevamo una ventina d'anni. S'intitola Suzanna Andler ed è tra le sue meno rappresentate».

Oggi al Napoli Film Festival proseguono le proiezioni dei vari concorsi. Tra i titoli più attesi c'è il bel documentario di Romano Montesarchio «So semp' chill'», sul cantautore Franco Ricciardi (nella sezione Doc, dalle 18.30 alle 20.30 al cinema Delle Palme). Vanno avanti anche gli incontri e le anteprime, a partire da quella delle 10 al Vittoria, dove le protagoniste Angela Fontana e Denise Tantucci presentano, di fronte alla platea di studenti coordinati da Moby Dick, «Likemeback» di Leonardo Guerra Seragnoli. Alle 21.15 all'Istituto francese, infine, l'ospite d'onore della giornata, Toni Servillo, introduce «5 è il numero perfetto» assieme al regista Igort.
© RIPRODUZIONE RISERVATA