Gli eredi di Totò citati in giudizio: «Malafemmena potrebbe essere un plagio»

A sinistra Maria Pia Donati Minelli
A sinistra Maria Pia Donati Minelli
di Gennaro Morra
Mercoledì 2 Ottobre 2019, 16:17 - Ultimo agg. 16:33
3 Minuti di Lettura
Piero e Paolo Minelli, due ufficiali dell’Aereonautica italiana, starebbero per citare in giudizio gli eredi del principe Antonio de Curtis. Per esaudire un desiderio della loro madre, i due militari vorrebbero stabilire una volta per tutte se Totò abbia o meno plagiato una canzone composta da Maria Pia Donati Minelli, “Autunno d’amore”, nel creare la sua più celebre “Malafemmena”. La notizia dell’imminente denuncia è stata diffusa dal sito Dagospia.it, ma la vicenda era emersa già nel 2008, quando la stessa Donati Minelli in un’intervista rilasciata al Tg 2 raccontò dei suoi sospetti sull’originalità del brano scritto dall’attore e poeta napoletano: «Non voglio parlare di plagio, ma le canzoni si somigliano molto – rivelò la signora –. Mi sono tenuta dentro questa cosa per 67 anni, stavo male ogni volta che ascoltavo quella canzone, ma non ho parlato perché avevo troppa stima di Totò. Ora però basta».
 
Nata a Foligno nel 1920, insegnante di lettere e musicista per passione, Maria Pia Donati Minelli depositò la partitura di “Autunno d’amore” alla Siae nel 1949, due anni prima dell’uscita di “Malafemmina”. Poi di quella canzone Claudio Villa ne aveva inciso un provino, col titolo di “Notturno”, rimasto però inedito fino ai giorni successivi la rivelazione della musicista, quando su alcuni siti specializzati spuntarono cd contenenti il pezzo cantato da Villa. Invece il brano scritto da Totò, che il principe della risata raccontò di aver composto una sera in un albergo di Formia, divenne un successo mondiale.
 

Maria Pia Donati Minelli, che fu anche insignita della medaglia d’oro dalla Siae per i 50 anni d’iscrizione, non ha mai denunciato Totò per plagio. Diversamente fece causa agli autori dei brani “Love in Portofino” e “Taxi”, sostenendo che fossero stati copiati da sue canzoni. Nel primo caso la contesa si chiuse con un accordo tra le parti e una transizione economica in favore della signora, mentre per “Taxi”, dopo un processo andato avanti 14 anni, nel 1984 il giudice stabilì che la canzone portata al successo da Antoine e Anna Identici era effettivamente un plagio di “Valzer brillante” composta dall’insegnante umbra, che fu risarcita con 110 milioni di lire.
 
Ora che Maria Pia Donati Minelli non c’è più, deceduta lo scorso dicembre all’età di 98 anni, sono i figli che vogliono far chiarezza sulla somiglianza tra “Malafemmena” e “Notturno” e, in caso similitudini si rivelino eclatanti, rendere giustizia alla madre compositrice. Perciò nei prossimi giorni gli eredi del principe de Curtis, che godono dei diritti d’autore in decadenza nel 2037, 70 anni dopo la morte di Totò, potrebbero ricevere una citazione in giudizio ed essere coinvolti in un processo che attesti la reale paternità/maternità della canzone.
 

Intanto, sulla questione si è pronunciato il compositore e musicologo Pasquale Scialò, intervenuto durante la trasmissione “La Radiazza” in onda su Radio Marte: «”Malafemmena” è composta da una quarantina di battute, di queste solo quattro del ritornello somigliano a “Notturno” cantata da Claudio Villa. Un po’ poco per parlare di plagio – ha sostenuto il docente del conservatorio Martucci di Salerno –. Inoltre, il plagio presuppone un’intenzionalità, ma spesso nel creare una melodia si può essere inconsciamente influenzati da altre musiche ascoltate in passato. D’altronde la stessa “Notturno” si rifà ad altre canzoni».
 
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA