Carlo Croccolo, la storia d'amore con Marilyn: «L'ho amata, ma sono fuggito»

Carlo Croccolo, la storia d'amore con Marilyn: «L'ho amata, ma sono fuggito»
Carlo Croccolo, la storia d'amore con Marilyn: «L'ho amata, ma sono fuggito»
Sabato 12 Ottobre 2019, 12:55 - Ultimo agg. 13:29
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La rivelazione arrivò a 81 anni quando Carlo Croccolo, morto oggi all'età di 92 anni, ripensando alla sua straordinaria carriera accanto a Totò, Eduardo e Peppino e De Filippo si lasciò andare al sentimentalismo: «Sì, è vero. Marylin Monroe e io abbiamo avuto una storia d'amore. E' durata soltanto tre mesi ma io ero pazzamente innamorato di lei. Solo che stare con lei era un inferno e io, alla fine sono fuggito».
 

 

Croccolo, mostro sacro del cinema italiano, per la prima volta svelò un lato inedito di sè: non solo uno dei più grandi comici dagli anni '50 fino alle ultime apparizioni accanto a Aldo e Giovanni e Giacomo, ma anche un playboy. In un'intervista su Tv Sorrisi e Canzoni raccontò quell'incontro breve: «Ho conosciuto Norma (il vero nome di Marilyn era Norma Jean Baker) nel periodo peggiore della sua vita: sarebbe morta circa un anno dopo, nel 1962. Lei era appena uscita da una casa di cura e stava combattendo con una brutta depressione arrivata dopo la fine della storia con Yves Montand. Lui l'aveva trattata malissimo e lei aveva sofferto molto, come era accaduto anche con Arthur Miller, il suo terzo marito, un mascalzone che la maltrattava e la picchiava. L'ho incontrata a una festa a Los Angeles, attraverso Sammy Davis e l'entourage del presidente John Fitzgerald Kennedy. Io me ne stavo in disparte finché non ho visto lei. Abbiamo iniziato a parlare e poi... E' cominciata così, come cominciano tante storie».

Solo che Marilyn era un delle donne più belle e desiderate del mondo. Croccolo raccontò:
«Marilyn era stupenda anche se aveva un po' di cellulite. Quando è iniziata la nostra storia, Norma già prendeva eccitanti e beveva. Il suo fisico aveva cominciato a risentirne. Per tutto il tempo che siamo stati insieme ho fatto di tutto per farla smettere. Purtroppo non ci sono riuscito. Certo, non era facile fare il cavalier servente, nemmeno per una donna così straordinaria, ma era l'unico modo per stare insieme a Norma. Dovevi accettare tutto di lei, anche il fatto che, magari ubriaca, conosceva uno e spariva con lui per giorni.
Io l'ho accettato finché, un giorno, non ce l'ho fatta più e sono fuggito
».



 

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