Napoli, la vittoria della fiducia:
ora testa alla Champions League

Napoli, la vittoria della fiducia: ora testa alla Champions League
di Francesco De Luca
Domenica 20 Ottobre 2019, 08:00 - Ultimo agg. 11:58
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Tre gol in sei giorni. Da vero bomber. La risposta di Milik alle perplessità dopo gli errori a Genk e ai rumors, veri o presunti, di mercato. Gli ultimissimi ieri mattina, con l'intervista di Ibrahimovic alla «Gazzetta dello Sport». S'è messo sul mercato il 38enne Zlatan e ha lanciato un messaggio al Napoli. Ma il suo amico Ancelotti qui ha chi segna. E più di uno. Si è finalmente sbloccato il polacco, che in estate era stato tormentato dalle notizie su Icardi e forse s'era poi sorpreso per l'arrivo di Llorente. Si è riscattato ieri, una doppietta al Verona dopo il bellissimo gol con la Polonia e il chiaro messaggio: «Ho bisogno di continuità». Servito, 94' e due gol che hanno consentito al Napoli di tornare a vincere dopo i due scialbi pareggi a Genk e Torino. De Laurentiis e Ancelotti hanno voluto Llorente, dopo aver seguito la fiction Icardi, però non hanno messo in discussione il polacco preso tre anni fa come erede di Higuain. I problemi fisici hanno pesantemente condizionato Arek e peraltro lui ha bisogno di giocare per assumere il ritmo gara e soprattutto essere convinto dei suoi mezzi. La turnazione c'è e va accettata, tuttavia è significativo che il primo rivale di Milik, il bomber Mertens (schierato nella ripresa, ha centrato il quarto palo stagionale), lo ha stretto in un forte abbraccio dopo il gol che ha restituito al Napoli fluidità di manovra, anzi certezze: è questo atteggiamento di squadra che fa vincere.
 
 

Azzurri bloccati psicologicamente fino alla prima rete arrivata dopo una magnifica azione sviluppata con tocchi di prima da Malcuit, Callejon e Fabian. Era stata complicata la partita con i gialloblù fino a quel momento: Insigne a disagio in posizione centrale e infatti si è spesso spostato a sinistra, il suo lato, da dove partiva il molle Younes; Lazovic pungente sul proprio lato sinistro, dove c'era il francese e non Di Lorenzo, dirottato sull'altra fascia per le precarie condizioni di Ghoulam. Squadra contratta e incapace di sfondare il muro avversario (fino a nove veronesi dietro alla linea della palla), con Meret - una meraviglia tra i pali - costretto a tre parate in 5 secondi. Un problema tattico e psicologico, il peso degli 0-0 prima della sosta e delle tensioni che si erano sviluppate dopo il caso Insigne, si spera definitivamente archiviato ieri. Dal piede di Lorenzo è partito il pallone per il raddoppio di Milik, quando il Napoli aveva preso il pieno comando della partita, anche se poi al Verona - in particolare il giovanissimo allievo azzurro Tutino - sono stati concessi spazi nel finale. Probabilmente il capitano, uscito a un quarto d'ora dalla fine tra gli applausi del San Paolo, non aveva bisogno della strigliata di De Laurentiis. A lui servono un pallone e il calore dell'ambiente, si tratti dello spogliatoio o dello stadio, per essere sereno, come ribadisce Ancelotti, ed esaltarsi. Sembra semplice ma può non esserlo, per questo occorrono l'equilibrio e l'esperienza del tecnico, il meno preoccupato per quanto accaduto nei giorni scorsi. Quell'Insigne, lucido ed efficace nella ripresa, è una risorsa per il Napoli come per la Nazionale.
 

Gli azzurri non sono stati brillanti, ma in questo momento avevano bisogno soltanto di conquistare i 3 punti e ritrovare il filo dei loro ragionamenti. Di tornare a segnare e tenere blindata la porta di Meret, che partita dopo partita si pone in seria concorrenza con Donnarumma per il posto da titolare agli Europei. Va bene anche una vittoria così, senza scintille, anche se rispetto all'ultima gara interna col Brescia è emersa una maggiore capacità di gestione. Il successo alla ripresa del campionato - il Napoli è la squadra che accusa meno l'effetto della sosta: dopo le ultime dodici interruzioni del campionato ha fatto registrare nove vittorie e tre pareggi - consentono di preparare bene la missione di mercoledì a Salisburgo, terza dura tappa del girone Champions, perché gli austriaci, dopo averne fatti sei al Genk (uscito invece imbattuto dal confronto contro gli azzurri), hanno segnato tre reti a Liverpool. Ci si interroga già su quale formazione schiererà Ancelotti, se confermerà la fiducia a Milik o impiegherà dal primo minuto Mertens; se nel turnover sarà stavolta coinvolto Insigne. L'obiettivo del Napoli è vincere per mantenere (o incrementare) il vantaggio rispetto al Liverpool, impegnato a Genk. Nel girone 2018-2019 i Reds, futuri campioni d'Europa, persero le tre trasferte: vediamo come andrà in Belgio, perché nel mini campionato europeo bisogna saper sfruttare, con tempismo e cinismo, i passi falsi altrui.
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