Gli ultras granata piangono Antonio Liguori, morto ieri sera al Ruggi in seguito alle gravi ferite riportate in un incidente stradale nel quale era rimasto coinvolto la notte tra l’11 e il 12 ottobre in via de Marinis a Cava de’ Tirreni, insieme al suo amico Andrea. Antonio il 2 dicembre avrebbe compiuto 23 anni. Aveva una sola, grande passione: la Salernitana. Seguiva la squadra del cuore in ogni stadio italiano, era un tifoso acceso, legato al gruppo ultras Ums.
Antonio lottava da nove giorni tra la vita e la morte: dopo essere stato sbalzato dallo scooter sul quale viaggiava, era stato trasportato nel reparto di rianimazione e le sue condizioni gravissime avevano spinto i propri compagni di tifo a disertare l’ultima trasferta di Venezia «perché la vita – avevano scritto poche ore fa attraverso un post su facebook – vale più di una partita». Altri due gruppi della curva Sud Siberiano avevano deciso di accodarsi, annullando la prenotazione dei pullmini che avevano preso a noleggio per la trasferta in Veneto. La scelta era stata condivisa anche dagli ultras di Milano. Chi invece ha assistito all’incontro in Laguna è rimasto in silenzio, senza effettuare cori. Nella tardissima serata di ieri, quando la triste notizia si è diffusa in città attraverso il tam tam dei social network, tutta la torcida granata si è stretta intorno alla famiglia Liguori e alla fidanzata di Antonio. Tantissimi ultras gli hanno già reso omaggio raggiungendo l’azienda ospedaliero-universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona dov’era ricoverato: una flebile speranza di ripresa, prossima allo zero, con gravissimi danni cerebrali e alla vista, nel caso in cui ce l’avesse fatta. Il suo cuore ha cessato di battere ieri sera.
Schianto in scooter, dopo 9 giorni
muore il giovane ultrà granata
di Pasquale Tallarino
Lunedì 21 Ottobre 2019, 06:30
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