Lagarde contro Trump, la stabilità dell'economia gobale non dipenda da un tweet

Lagarde contro Trump, la stabilità dell'economia gobale non dipenda da un tweet
Lagarde contro Trump, la stabilità dell'economia gobale non dipenda da un tweet
Lunedì 21 Ottobre 2019, 18:00 - Ultimo agg. 21:19
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La stabilità dei mercati non può dipendere da un tweet: richiede «decisioni considerate, pesate e misurate». Christine Lagarde attacca, direttamente e indirettamente, Donald Trump. Lo fa dai microfoni di '60 Minutes' di Cbs, con un'intervista a tutto campo appena lasciata la direzione del Fondo Monetario Internazionale e in attesa di assumere le redini della Bce al posto di Mario Draghi. Un'intervista in cui Lagarde trascina il suo intervistatore, John Dickerson, in Normandia, a Omaha Beach, dove è cresciuta e dove gli americani sono sbarcati in Europa
nella Seconda Guerra Mondiale.

«Il rischio è che gli Stati Uniti perdano la loro leadership sul palcoscenico mondiale e questo sarebbe uno sviluppo terribile», dice. Una Normandia simbolica anche ai tempi della Brexit, visto che al di là del Canale della Manica si dibatte il divorzio dall'Unione Europea. Un addio che «riempie di tristezza» ammette Lagarde, mettendo in guardia sulle ricadute economiche del divorzio. Gli effetti - dice - si «avranno in Gran Bretagna ma anche in alcuni paesi europei, l'Irlanda in particolare ma anche la Germania, Olanda. Tutti avranno un pò meno» perché «se le cose vanno male da una parte del mondo, le conseguenze si sentiranno sul resto del mondo».

Un messaggio, questo dell'unità e dell'essere tutti insieme connessi, si voglia o meno, che Lagarde usa anche in difesa del globalismo. A chi la definisce parte della global élite risponde: «Sono anche una persona normale, con i piedi per terra, orgogliosa di partecipare allo sforzo intellettuale che si sta portando avanti per maggiori tutele per tutti».

L'essere uniti, si voglia o meno, è la chiave di lettura - secondo Lagarde - anche della guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina. Una guerra che ridurrà la crescita mondiale. «Se si sottrae quasi un punto percentuale di crescita questo vuol dire meno investimenti, meno posti di lavoro, più disoccupazione» spiega riferendosi alle ultime stime del Fondo Monetario Internazionale, secondo il quale le tensioni fra le due superpotenze mondiali sottrarranno l'anno prossimo al pil mondiale fino allo 0,8%, ovvero 700 miliardi di dollari. Da qui l'invito di Lagarde ai protagonisti della partita a mettersi seduti intorno a un tavolo e trovare un accordo.

Le tensioni con la Cina sono una delle «diverse chiavi» che il presidente americano ha in mano per risolvere l'incertezza e i rischi che gravano sull'economia. Fra le altre ci sono Twitter e il rispetto delle banche centrali. Alla richiesta di Trump alla Fed di tagliare i tassi e spingersi in territorio negativo, Lagarde replica: «quando si ha una disoccupazione al 3,7% non si vuole accelerare troppo abbassando i tassi. Altrimenti il rischio è che i prezzi inizino a salire. Bisogna fare attenzione, è come navigare un aereo». E questo anche perché «c'è un limite a quello che le banche centrali possono fare, c'è un limite» ai tassi negativi. «In questo momento» però non è stato ancora raggiunto.
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