Strage di Pescopagano, il verdetto: ergastolo al boss Augusto La Torre

Strage di Pescopagano, il verdetto: ergastolo al boss Augusto La Torre
Lunedì 28 Ottobre 2019, 15:29 - Ultimo agg. 19:52
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Il gup di Napoli Vincenzo Caputo ha condannato all'ergastolo Augusto La Torre, ex capo dell'omonimo clan attivo a Mondragone, comune del litorale Casertano, e nel Basso Lazio, e a 20 anni il cugino Tiberio Francesco La Torre, per la cosiddetta strage di Pescopagano, avvenuta il 24 aprile del 1990 nella quale morirono sei persone e otto rimasero ferite.

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Una «mattanza» a colpi di mitra e pistole voluta dal clan La Torre durante la quale persero la vita cinque persone e altre otto rimasero ferite; tre delle vittime erano tanzaniane, poi c'era un iraniano e l'italiano Alfonso Romano, questi ultimi due colpiti per errore in quanto si trovavano nel bar dove iniziò la strage; fu colpito anche il figlio 14enne del gestore del locale, poi rimasto paralizzato.

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L'eccidio avvenne perché il boss Augusto La Torre voleva ripulire la zona dagli spacciatori di droga africani, che iniziavano allora a farsi strada nel panorama criminale casertano. La Torre, detenuto dal 1996, noto come il boss psicologo per aver conseguito la laurea in psicologia in carcere, è stato riconosciuto dal magistrato come mandante ed esecutore della strage; per lui il sostituto della Dda Lalia Morra aveva chiesto 18 anni di carcere.



La Torre  in passato ha reso dichiarazioni ritenute utili, ma poi è stato dichiarato parzialmente inattendibile per quanto riguarda il proprio patrimonio, mai ritrovato. In questo processo, La Torre ha prima confessato per poi ritrattare. Al cugino Francesco Tiberio La Torre, difeso dagli avvocati Carlo De Stavola ed Elisabetta Carfora, per cui il pm aveva invocato l'ergastolo, è stato invece riconosciuto il concorso nell'esecuzione della strage: il verdetto è a venti anni. L'unica parte civile costitutita è la famiglia di Alfonso Romano, il meccanico rimasto ucciso per errore. I figli e la moglie della vittima innocenti sono stati rappresentati dall'avvocato Luigi Vallefuoco.
 

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