Certosa di Pavia intitola una piazza a Grazia Nidasio, pioniera del fumetto italiano e «mamma» di Valentina Mela Verde

Certosa di Pavia intitola una piazza a Grazia Nidasio, pioniera del fumetto italiano e «mamma» di Valentina Mela Verde
di Donatella Trotta
Lunedì 4 Novembre 2019, 15:52
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È stata la “mamma” dell’adolescente Valentina Mela Verde e della sua sorellina Stefi, piccola Mafalda italiana dal sagace senso di osservazione, non a caso adottata come opinionista a strisce sul «Corriere della Sera». Ma è stata anche, e soprattutto, illustratrice geniale, giornalista e sceneggiatrice, pioniera e Signora del fumetto in Italia che ha nutrito l’immaginario di molti “baby boomer” e post sessantottini: ora, a quasi un anno dalla sua scomparsa - avvenuta il 25 dicembre 2018 proprio a Certosa di Pavia dove Grazia Nidasio, milanese schiva e riservata si era ritirata - sabato 9 novembre alle ore 11 il Comune di Certosa di Pavia le intitolerà il piazzale antistante al Monastero di Santa Maria delle Grazie, la Certosa di Pavia, storico complesso monumentale che comprende un monastero e un santuario di grande bellezza. Un gesto di alto valore e senso simbolico, che l’amministrazione comunale guidata da Marcello Infurna ha voluto compiere proprio per ricordare una sua cittadina illustre.
 
Alla solenne cerimonia interverranno, oltre al Sindaco di Certosa, Virginio Rognoni e lo scrittore Matteo Corradini.  Spiega il sindaco Infurna: «L'intitolazione del Piazzale della Certosa di Pavia a Grazia Nidasio è il naturale riconoscimento di una intera comunità ad una donna straordinaria, appassionata della Certosa e del suo territorio, che ha fatto della sua semplicità la sua grandezza». Commosso, il marito di Nidasio, Pietro Galli, che per primo ha proposto l’intitolazione del piazzale alla moglie scomparsa, ringrazia l’amministrazione comunale «per la sensibilità dimostrata nell’accogliere la proposta». Che, così, rinverdirà la memoria di una donna indimenticabile per talento, operosità e generosità creativa: Grazia Nidasio è stata infatti una figura centrale del mondo editoriale e del fumetto italiano. Nata nel 1931, diplomata al Liceo artistico e poi all’Accademia di Belle Arti di Brera, inizia la sua carriera poco più che ventenne al «Corriere dei Piccoli», realizzato nel 1908 da un’idea di Paola Lombroso, e giunto a tirature di 500mila copie, dove Grazia debutta con la serie della paffuta bimba/fatina Alibella e del ladro gentiluomo Gelsomino e collaborando per un buon trentennio con la testata. Ma la svolta arriva nel 1961, con un personaggio scritto da Guglielmo Zucconi, Violante Rock. È il 12 ottobre 1968 quando Nidasio pubblica la prima storia di Valentina Mela Verde. E quando dal Corrierino nacque il «Corriere dei Ragazzi», le storie adolescenziali di Valentina e della famiglia borghese Morandini migrarono anche sulla nuova rivista in cui per quasi un decennio saranno assolute protagoniste, mentre la piccola, ribelle e puntuta Stefi vivrà poi una vita propria come opinionista e protagonista di fumetti, libri e serie animate in tv.
 
Come ha scritto lo studioso Walter Fochesato (sul numero 200 della rivista «Andersen», febbraio 2004), nell’ampia produzione di Grazia Nidasio compare un «elemento nuovo…quasi dirompente» rispetto alla tradizione italiana: «Coscientemente, talvolta prepotentemente, forzando gli stessi testi, quasi facendosene beffe, l’infanzia ritorna sulla scena, così com’era accaduto nella breve stagione tra la fine della prima guerra mondiale e la metà degli anni ’20.  Grazia - continua Fochesato - ritrae con segno nitido e veloce bambini veri che mangiano, giocano, ridono, piangono, si arrabbiano fuori dalle viete convenzioni dell’imperante perbenismo di allora. Dunque, rendendosi conto che l’egemonia del realismo “consenziente” soffocava o condizionava straordinari talenti, contribuisce in modo per più versi decisivo al suo, lento faticato superamento, scalzandone dall’interno l’egemonia.  Insomma, caduto l’alibi del consenso, strappato il velo dell’ideologia, resta la capacità, ricca di sorridente ironia, di rappresentare la quotidianità infantile, accompagnandola lungo il corso dei decenni, senza perdere smalto e vigore, registrando mutamenti politici e sconquassi sociali, innovazioni e riflussi. Ed è, appunto, quel che Grazia ha continuato e continua fare. Ben pochi sono gli illustratori capaci come lei di rappresentare bambini e ragazzi di ieri e di oggi».
 
Già. Di qui l’opportuno tributo toponomastico, per una figura che negli anni non ha mai smesso d’illustrare libri per ragazzi per tutti i più importanti editori: uno dei suoi ultimi lavori, forse non a caso, è L’Orlando Furioso raccontato da Italo Calvino, uscito per Mondadori nel 2009. Un esempio fulgido di cuore pensante dalla parte delle bambine e delle ragazze che ancora oggi ha tanto da dire, in alternativa a tanti supereroi posticci. 
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