Camorra, il boss di Secondigliano in tribunale si dissocia dal clan

Camorra, il boss di Secondigliano in tribunale si dissocia dal clan
Martedì 5 Novembre 2019, 15:07 - Ultimo agg. 19:06
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Roberto Manganiello, ex braccio destro e nipote del boss Gennaro Marino, detto «McKay», nonchè ex uomo di punta del gruppo camorristico delle Case celesti di Secondigliano (che all'epoca d'oro del clan Di Lauro era considerata la piazza più redditizia dell'intero sud Italia, circa introiti da 500mila euro a settimana), si è dissociato dalla famiglia camorristica dei Marino.

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Lo ha fatto, personalmente, davanti al gip di Napoli Vincenzo Caputo (24esima sezione) durante l'udienza per l'omicidio di Ciro Nocerino che, nel 2011, determinò una frantumazione delle famiglie che all'epoca gestivano ampia fetta dello spaccio e del traffico di stupefacenti in quella zona di Napoli. Nocerino venne attirato in una trappola e assassinato il 25 settembre del 2011, secondo gli inquirenti proprio dal suo clan, nell'ambito di una epurazione interna. Un omicidio che ha spinto il pm Maurizio De Marco, il magistrato che da anni indaga sulle vicende criminali di Secondigliano, a chiedere l'ergastolo per quel delitto.

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Manganiello dopo avere ammesso di essere stato l'istigatore di quella uccisione ha anche chiesto scusa alla famiglia. Con la sua dissociazione e l'uccisione di Domenico Gargiulo, vero obiettivo dell'agguato in un cui venne ucciso l'innocente Lino Romano, nel 2012, trovato cadavere nel bagagliaio di una vettura lo scorso settembre, la piazza di spaccio delle Case Celesti sembrerebbe ora non avere un punto di riferimento. Ai vertici del clan dei Marino c'erano il boss Gennaro Marino (ora detenuto) e suo fratello Gaetano, detto «moncherino», assassinato in un agguato scattato a Terracina. La vedova di Gaetano Marino, Tina Rispoli, di recente, si è guadagnata la ribalta delle cronache attraverso il fastoso matrimonio con il cantante neomelodico Tony Colombo, a sua volta finito in un'inchiesta della Procura di Napoli.

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