Caserta, il prete pedofilo confessa:
«Fui picchiato dal papà della vittima»

Prete pedofilo confessa in aula: «Sono pentito». Fu speronato in auto dal papà della vittima
Prete pedofilo confessa in aula: «Sono pentito». Fu speronato in auto dal papà della vittima
Lunedì 11 Novembre 2019, 20:58 - Ultimo agg. 12 Novembre, 07:34
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Il prete di Trentola Ducenta (Caserta), arrestato per aver abusato di una bambina, sarebbe stato vittima di un vero e proprio agguato da parte del padre della vittima. A raccontarlo è l'avvocato del religioso: «Non voglio fare apparire don Michele Mottola come una vittima - spiega all'Adnkronos il difensore del prete Antimo D'Alterio - ma in questo momento è molto provato perché dieci giorni fa è stato aggredito dal papà della bambina, vittima degli abusi sessuali, sull'asse mediano nel territorio di Napoli. Gli è stato fatto un vero e proprio agguato. Episodio che è stato denunciato alla magistratura. È stato speronato con l'auto e aggredito fisicamente. Solo l'intervento di due motociclisti ha evitato il peggio. Basta guardare le foto delle auto che abbiamo conservato per capire la gravità dell'episodio».

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«Sul posto sono stati allertati i vigili urbani di Napoli e don Michele è stato pure refertato in ospedale per alcune ferite riportate al volto - ha ggiunto - Ma al di là di tutto ciò, ripeto, lui ha ammesso sia con il vescovo che con il gip oggi questa sua debolezza e ha chiesto scusa a tutti. Se il gip non dovesse concedergli i domiciliari, aspettiamo la fissazione del riesame per chiedere una pena meno afflittiva».

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Si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha sostanzialmente confermato le accuse a suo carico in una breve dichiarazione spontanea. «Sono pentito di quello che ho fatto, chiedo scusa alla famiglia della ragazzina» ha detto dopo aver deciso di non rispondere alle domande del Gip che giovedì scorso lo ha spedito in galera su richiesta della Procura guidata da Francesco Greco. Don Michele era già stato sospeso dal servizio su decisione del vescovo della Diocesi di Aversa nello scorso mese di maggio, quando era venuta alla luce la vicenda. È stata la stessa vittima degli abusi di don Mottola a incastrarlo dopo aver registrato con il telefonino le conversazioni private avute con il sacerdote nella canonica della parrocchia, dove sarebbero avvenute le molestie.

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