Manovra: Tv e decoder da cambiare, arriva il bonus, ma non per tutti

Manovra: Tv e decoder da cambiare, arriva il bonus. Pace fiscale per gli avvisi bonari
Manovra: Tv e decoder da cambiare, arriva il bonus. “Pace fiscale” per gli avvisi bonari
di Michele Di Branco
Martedì 12 Novembre 2019, 08:11 - Ultimo agg. 1 Marzo, 07:57
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Caccia al bonus governativo per acquistare un nuovo televisore e non trovarsi impreparati all’appuntamento con la nuova trasformazione digitale. Il ministero dello Sviluppo economico ha dato l’ok al decreto congiunto con il Mef (prossimo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale), che mette sul piatto 151 milioni utili a sostenere l’acquisto di decoder e smart tv in grado di supportare la tecnologia DVB-T2, al via dal 2020. In pratica, a partire da dicembre e per due anni, gli italiani a basso reddito potranno usufruire di un contributo statale di circa 50 euro utile per mettersi in regola con la nuova tecnologia destinata a cambiare le modalità di ricezione del segnale digitale terrestre, attualmente agganciate al modello DVB-T1. 

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Digitale, da dicembre incentivi per l'acquisto di decoder e smart tv

LE FREQUENZE
La nuova tecnologia entrerà ufficialmente e definitivamente in vigore su scala nazionale (con passaggi progressivi delle varie aree del Paese) a partire dal primo luglio 2022. Entro il 30 giugno 2022, infatti, i network televisivi, ad eccezione di Rai e Mediaset, dovranno abbandonare completamente l’utilizzo delle frequenze sulla banda dei 700 MHz in modo che siano rese disponibili per la connettività 5G. La liberazione dei 700 MHz da parte dei network imporrà la necessità di acquistare una smart TV o un decoder compatibili se si vorranno continuare a vedere i programmi televisivi. Di fatto, fra poco meno di due mesi entreremo in una sorta di fase transitoria che durerà circa due anni e darà tempo agli utenti di dotarsi degli apparecchi necessari per la nuova tecnologia, che sarà in vigore in maniera definitiva dal 1° luglio 2022. Da quel giorno, in tutta Italia, le tv prive del nuovo DDT saranno state tutte oscurate, non si potranno più vedere e quindi chi vorrà continuare a guardare i programmi dovrà essersi dotato per tempo del dispositivo del digitale terrestre di seconda generazione. 

IL SISTEMA
Per orientarsi a grandi linee, vale in generale lo spartiacque del 2017: se il televisore che si ha in casa è stato acquistato dopo il primo gennaio 2017 allora sarà in grado di supportare il nuovo sistema. Infatti da allora, per legge, tutti i negozi sono stati obbligati a vendere esclusivamente apparecchi con il nuovo decoder integrato. Per gli acquisti avvenuti negli anni precedenti dovrà invece essere verificata la compatibilità. Si calcola che siano circa 16 milioni gli apparecchi non abilitati che dovranno essere rottamati o adattati (come avvenne alcuni anni fa in occasione dello “switch” che segnò il passaggio dall’analogico a digitale) attraverso l’applicazione di un decoder. E per sostenere queste spese, lo Stato ha messo a punto un piano di incentivazione del quale potranno usufruire tutti coloro che tra il 2019 e il 2021 acquisteranno una tv compatibile con la nuova tecnologia, o un decoder, purché siano residenti in Italia e appartengano alla fascia Isee I (10.632,94 euro) e II (21.265,87 euro).
Il governo, tuttavia, punta a compiere uno sforzo maggiore. «Vogliamo incrementare gli attuali 151 milioni di euro stanziati per incentivare il passaggio con la legge di bilancio dello scorso anno richiedendo un nuovo finanziamento della misura per allargare la platea dei cittadini ammessi ad usufruire del contributo» ha spiegato il sottosegretario al Mise, Mirella Liuzzi, nel corso del tavolo TV 4.0 con operatori televisivi e associazioni di categoria per fare il punto sui criteri e le modalità di erogazione di indennizzo per le tv locali. Liuzzi ha invitato gli operatori a predisporre un piano di comunicazione che renda il passaggio più trasparente possibile per i consumatori. 
 

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