Raid di Tel Aviv su Gaza: ucciso capo jihadista e altre nove persone. Duecento razzi per rappresaglia su Israele: un ferito

Raid di Tel Aviv su Gaza: ucciso capo jihadista e altre nove persone. Duecento razzi per rappresaglia su Israele: un ferito
Martedì 12 Novembre 2019, 07:48 - Ultimo agg. 21:26
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Altri tre palestinesi sono rimasti uccisi negli attacchi israeliani nel nord della Striscia, seguiti al lancio di razzi verso lo Stato ebraico. Lo ha fatto sapere il ministero della sanità di Gaza, riferito da fonti locali. Intanto continua il lancio di razzi dall'enclave palestinese: ad Ashkelon, secondo i media, ne sono stati intercettati poco fa due dall'Iron Dome, il sistema di difesa antimissili. 

Alta tensione in Medio Oriente. L'uccisione questa mattina da parte di Israele del comandante militare della Jihad Islamica a Gaza, Baha Abu al-Ata, responsabile di lanci ripetuti di razzi le passate settimane verso lo Stato ebraico, ha immediatamente riacceso il conflitto con la Striscia. Subito dopo, e per tutta la giornata, oltre 200 razzi sono piovuti su Israele, con le sirene di allarme risuonate anche a Tel Aviv e nel centro del Paese, aeroporto compreso. In serata il bilancio a Gaza era di 10 morti nella Striscia - inclusi Baha Abu al-Ata e sua moglie Asma - e 45 feriti nei raid israeliani contro i miliziani. In Israele, dove circa il 90% dei missili è stato intercettato dal sistema di difesa Iron Dome, si contano decine di feriti per le cadute mentre la gente correva nei rifugi. Lo scontro in atto - la Jihad è appoggiata dall'Iran - è il più grave da mesi e gli esiti non sono prevedibili.

Da segnalare infatti che la scorsa notte, quasi in contemporanea con i fatti di Gaza, un altro comandante della Jihad Islamica, Akram Ajuri, è stato oggetto a Damasco di un attacco che la stampa siriana ha attribuito agli israeliani. «Israele - ha detto il premier Benyamin Netanyahu al termine di una riunione del Consiglio di difesa - non vuole un'escalation ma farà tutto il necessario per difendersi. Occorre avere pazienza e freddezza». Poi ha denunciato che «Baha Abu al-Ata era il principale organizzatore di terrorismo a Gaza. Stava per organizzare nuovi attentati. Era una bomba in procinto di esplodere». Da parte sua la Jihad, subito dopo l'uccisione di Al-Ata, ha annunciato che la sua reazione «farà tremare l'entità sionista». «Israele - ha accusato Ziad Nahale, uno dei leader della fazione - ha oltrepassato tutte le linee rosse. Reagiremo con forza». Mentre da Ramallah, in Cisgiordania, il presidente palestinese Abu Mazen ha bollato l'azione di questa mattina come «un crimine israeliano contro il nostro popolo a Gaza». Israele - che ha inviato al confine con la Striscia rinforzi di mezzi blindati, di unità di fanteria e anche ufficiali della riserva - al momento sembra voler tenere fuori dallo scontro Hamas, che pure governa l'enclave palestinese. Per questo ha fatto sapere ai suoi comandanti che se non si unirà al fuoco della Jihad, non colpirà i suoi obiettivi. Ma il leader Ismail Haniyeh ha garantito che «la politica israeliana delle esecuzioni mirate non avrà successo».

Le prossime ore saranno dunque decisive per capire se il conflitto si allargherà, mentre l'Egitto sta mediando con l'obiettivo di riportare la calma. A Gaza intanto la popolazione si è chiusa nelle abitazioni e le strade sono piombate nel buio a causa delle ripetute interruzioni di elettricità. Di fronte ai panifici si sono viste code di persone accorse a fare scorte nella preoccupazione che un'escalation militare con Israele sia questione di ore. Mentre in Israele il Comando militare ha dato disposizioni alla gente di seguire le istruzioni impartite e di stare vicino ai rifugi. Le zone intorno alla Striscia, con in testa Sderot, sono martellate dai razzi e in molte cittadine non lontano dal confine e vicino a Tel Aviv domani le scuole rimarranno chiuse. L'Ue ha affermato che «il lancio di missili sulle popolazioni civili è totalmente inaccettabile e deve immediatamente cessare» e che «una rapida e completa de-escalation è necessaria per salvaguardare la vita e la sicurezza dei civili palestinesi e israeliani».
 

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