«Porte aperte»: Marazziti racconta i corridoi umanitari di un'Italia senza paura

«Porte aperte»: Marazziti racconta i corridoi umanitari di un'Italia senza paura
di Donatella Trotta
Mercoledì 13 Novembre 2019, 15:41
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Che colore hanno le paure degli «italiani brava gente»? In dieci piccole storie di un libro per bambini di Alessandra Ballerini e Lorenzo Terranera, edito da Donzelli, si parla di fifa nera, fifa blu. Tonalità alle quali un esperto di intercultura come Vinicio Ongini aggiunge la “fifa bianca” che serpeggia nel Belpaese: ossia quella dei genitori italiani per le scuole con “troppi” stranieri. Ma esiste anche un’Italia che non cede alla paura, che non dà spazio alla diffidenza e al pregiudizio, che non accetta le logiche disumane dei muri e dei “porti chiusi” per aprire invece le porte alla solidarietà e alle ragioni di un umanesimo profondo.

A raccontarla, ora, è Mario Marazziti nel suo nuovo libro, dal titolo (appunto) Porte aperte (edito da Piemme), che rappresenta un vero e proprio viaggio nell’Italia capace di aprire le comunità, la propria mente e persino la propria casa alla coesione sociale e ad un’accoglienza diffusa, veicolo di integrazione. Esperto (e protagonista) di politiche sociali innovative, Marazziti ha infatti attraversato l'intero Paese, da Treviso a Palermo, visitando città e piccoli centri, per raccogliere storie ed esperienze vissute da 29 famiglie italiane che hanno sperimentato un tipo di ospitalità estesa che funziona, non richiede finanziamenti pubblici e che, mentre offre una nuova vita ai profughi, fa rinascere anche le comunità locali intorno a un progetto comune: quello di chi è riuscito a costruire percorsi di integrazione vincendo diffidenza e paura verso chi è in fuga da guerre, persecuzioni, violenze, morte certa per imboccare invece la via reticolare dei Corridoi umanitari promossi dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Federazione delle Chiese Evangeliche e dalla Conferenza Episcopale Italiana.

Una rete che si è allargata nel tempo diventando modello reale, e praticabile, dell’utopia concreta di una vera integrazione. Lo può dimostrare, per fare un solo esempio tra tanti, il Trentino, dove il libro di Marazziti si presenta oggi: una regione che si accinge a ospitare altri sei profughi dal Libano, dopo aver già accolto una sessantina di profughi siriani giunti in Italia attraverso i Corridoi umanitari che garantiscono viaggi più sicuri, arrivi organizzati e condivisi direttamente, in prima persona, dalle variegate realtà della società civili del Paese: «Persone di ogni tipo, buone – sottolinea Marazziti, storico portavoce della Comunità di Sant’Egidio – che non accettano la disumanità, che hanno dato piccola disponibilità e a cui si è moltiplicata la vita». Classe 1952, già giornalista Rai e scrittore, Marazziti è autore di diversi libri, tra i quali La città di tutti, edito da Leonardo International, che raccontava una metropoli come Roma con uno sguardo diverso, focalizzato – come in quest’ultimo volume, Porte aperte - sul basso, a partire dagli “invisibili” che vivono in strada. Editorialista per anni del «Corriere della Sera», «Avvenire», «Famiglia Cristiana», «Huffington Post», presidente del Comitato per i Diritti Umani e poi della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati dal 2013 al 2018 e cofondatore della Coalizione Mondiale contro la pena di morte, è stato anche promotore e primo firmatario della legge di cittadinanza per i bambini immigrati (ius soli e ius culturae) e ha portato a termine, fra il resto, la riforma delle professioni sanitarie, la legge di sostegno ai disabili gravi «Dopo di noi» e quella sul recupero degli sprechi alimentari.

Con la sua collaudata sensibilità, l’autore affronta così anche nel suo ultimo libro una questione cruciale della contemporaneità, dando voce all'Italia che non distoglie lo sguardo dalle sofferenze degli altri e a cittadini attivi che, a partire dalle ragioni della solidarietà e di un umanesimo integrale, hanno avviato una rilevante trasformazione sociale di segno diverso: quello della “differenza cristiana”, come la chiama il monaco di Bose Enzo Bianchi. Non a caso, nelle sue conclusioni Marazziti offre proposte operative per le politiche italiane ed europee. Contenute in un libro di storie autentiche che lasciano intravedere un futuro alternativo ai muri e ai porti chiusi e rappresentano l’antidoto a narrazioni di odio, intolleranza e aggressività dilaganti, ostacoli al vedere (e riconoscere) nell’altro la somiglianza con noi stessi. Porte aperte sarà presentato anche domani alle 17.30 a Roma (Sala Benedetto XIII, via di San Gallicano 25a). Con l’autore interverranno Graziano Delrio, Marcelle Padovani, Andrea Riccardi e Alessandra Trotta.
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