Dai Quartieri Spagnoli a Londra, Giuseppe Cutraro è il campione di «pizza contemporanea»

Dai Quartieri Spagnoli a Londra, Giuseppe Cutraro è il campione di «pizza contemporanea»
di Luca Marfé
Giovedì 14 Novembre 2019, 18:09 - Ultimo agg. 18:18
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LONDRA - La scena è quella dello European Pizza And Pasta Show di Londra. Gli occhi, invece, sono quelli dello scugnizzo.

Giuseppe Cutraro ha l’aria di chi ce l’ha fatta, ma al tempo stesso ha la smania di chi è soltanto all’inizio.
 


L’ultima Caputo Cup lo ha incoronato sul lungomare del Pizza Village per la nuova categoria “Pizza Contemporanea”. Campione del mondo, dunque. Proprio lui che, a dispetto dei suoi acerbi 31 anni, il mondo lo ha conosciuto e a suo modo lo ha rielaborato già.





Quartieri Spagnoli, Stati Uniti, Malta, Svizzera e adesso, rullo di tamburi del suo primo sogno, Parigi.

«Il 9 gennaio apre “Peppe”, al numero 2 di Rue Saint-Blaise», una stradina incantevole, insolita e storica della capitale francese. Ma, soprattutto, una data imminente e significativa.

«Il 9 gennaio, sì: il giorno in cui è nato mio figlio», sorride con gli occhi che brillano di futuro.

Il piccolo Gabriel compie 5 anni e il suo papà accelera tra pizza e imprenditoria.

«Sto studiando molto, il pizzaiolo è una figura che si è evoluta tantissimo, ma bisogna andare ancora oltre. Per fare impresa è necessaria una struttura fatta di cultura e di preparazione e, finalmente, forse per la prima volta in vita mia, mi sono messo con la testa sui libri».





Prima di affondare parole e denti nella pizza contemporanea come concetto e come gusto, insiste proprio sulla figura del pizzaiolo contemporaneo.

«Siamo passati da chi nascondeva i suoi “segreti di Pulcinella” dietro a un bancone, a figure sempre più esposte e mediatiche, che viceversa condividono, crescono e fanno sistema». Un sistema che, di fatto, sta rivoluzionando Napoli, la sua immagine nel mondo, il suo destino.

E questa rivoluzione passa anche attraverso di lui. E lui lo sa, oscilla tra il compiacersene e l’emozionarsene, veste in punta di piedi ma con orgoglio di panni di ambasciatore della sua arte e della sua città.

E suona la carica di tutti i giovani.

«Non è vero che per fare il pizzaiolo è necessario essere figlio di pizzaioli o addirittura esserlo da generazioni e generazioni. Ci vuole passione e studio, io sono figlio di operai e ne sono la prova».

Abbraccia Antimo Caputo e quasi si commuove.

«A lui devo tutto. Devo la fiducia, devo questa opportunità, devo i miei ieri e i miei domani. Quelli di quando non ero nessuno, quelli in cui mi immagino nel quadro di una vita migliore, accanto alla mia famiglia».

Giuseppe Cutraro ha l’aria di chi ce l’ha fatta, ma al tempo stesso ha la smania di chi è soltanto all’inizio.

Gli occhi sono quelli dello scugnizzo che ha avuto il coraggio di crederci.

In bocca al lupo, “Peppe”.



(Tutte le foto sono di Pablo Vecchione)

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