Papa Francesco: «Non seguite chi diffonde allarmismi e alimenta la paura dell'altro»

Papa Francesco: «Non seguite chi diffonde allarmismi e alimenta la paura dell'altro»
di Franca Giansoldati
Domenica 17 Novembre 2019, 11:47 - Ultimo agg. 11:53
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Città del Vaticano - Papa Francesco celebrando la messa per i poveri coglie l'occasione per invitare i cristiani a stare attenti a chi semina allarmismi nella società. «Non va seguito chi diffonde allarmismi e alimenta la paura dell’altro e del futuro, perché la paura paralizza il cuore e la mente». Non fa esempi diretti il Pontefice nella omelia che pronuncia a San Pietro, ma nelle sue parole non è difficile leggervi un richiamo indiretto alle ultime vicende politiche, agli slogan antisemiti o alla narrazione pessimista sulla presenza dei migranti in Europa.

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Un riferimento che si può declinare in diversi ambiti nazionali ed essere letto in chiave anti trumpiana, anti salvianiana o anti orbaniana.

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«Quante volte ci lasciamo sedurre dalla fretta di voler sapere tutto e subito, dal prurito della curiosità, dall’ultima notizia eclatante o scandalosa, dai racconti torbidi, dalle urla di chi grida più forte e più arrabbiato, da chi dice “ora o mai più”. Ma questa fretta, questo tutto e subito non viene da Dio. Se ci affanniamo per il subito, dimentichiamo quel che rimane per sempre: inseguiamo le nuvole che passano e perdiamo di vista il cielo».

Il Papa invita a non essere superficiali, a non essere «attratti dall’ultimo clamore» e a non trovare mai tempo per i poveri che ci sono accanto. « Nella smania di correre, di conquistare tutto e subito, dà fastidio chi rimane indietro. Ed è giudicato scarto: quanti anziani, nascituri, persone disabili, poveri ritenuti inutili. Si va di fretta, senza preoccuparsi che le distanze aumentano, che la bramosia di pochi accresce la povertà di molti».

In un altro passaggio dell'omelia Francesco mette in evidenza che si è cristiani se si va al cuore dell'essenza del messaggio evangelico che impone l'amore verso il prossimo. «Non basta l'etichetta cristiano o cattolico per essere di Gesu. Bisogna parlare la stessa lingua di Gesu, quella dell'amore, la lingua del tu» lasciando da parte l'ipocristia dell'Io, faccio del bene per essere ritenuto bravo.

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