Tumore al polmone, presentati a Napoli i nuovi protocolli di cura

Tumore al polmone, presentati a Napoli i nuovi protocolli di cura
di Ettore Mautone
Lunedì 18 Novembre 2019, 19:34
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La Campania - in base ai dati Aiom - è la prima regione in Italia per numero di casi di cancro al polmone. Ma proprio per il tumore al polmone è in arrivo un nuovo protocollo di cura approvato dall'Aifa e in procinto di essere utilizzato al letto del paziente che, associando la chemioterapia all'immunoterapia, anche nei pazienti privi di target genetico per le terapie immunologiche di ultima generazione, raddoppia il tasso di sopravvivenza nella maggior parte dei tumori al polmone.   

Diagnosi precoce, appropriata presa in carico dei pazienti, accesso ai test molecolari, terapie innovative in prima linea e tempi rapidi di approvazione dei nuovi farmaci sono i temi della tavola rotonda promossa a Napoli da Motore Sanità grazie al contributo incondizionato di MSD e che ha visto la partecipazione delle istituzioni, dei clinici e delle associazioni di pazienti. "Parliamo di una patologia tra le più gravi in assoluto - ha detto Enrico Coscioni, consigliere per la Salute del presidente della Regione Vincenzo De Luca - abbiamo il dovere di cercare di velocizzare la diagnosi, continuare a fare ricerca e sperare che le terapie innovative vengano approvate in tempi rapidi". Fari puntati sulla rete oncologica: "L'approccio multidisciplinare e la logica di rete sono gli strumenti - secondo Attilio Bianchi manager dell'istituto tumori Pascale di Napoli - per fronteggiare tutti i tipi di tumore. Nel caso del polmone assume un carattere stringente l'approccio multidisciplinare, da quello chemioterapico alla radioterapia alla caratterizzazione molecolare che fa singolo ogni tipo di caso alla differenziazione genetica e personalizzazione dei trattamenti fino alla ultime frontiere dell'immunoterapia". 

È il caso del recente studio Keynote 189 illustrato da Cesare Gridelli, direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia Azienda Ospedaliera Moscati di  Avellino che ha dimostrato come l’immunoterapia con pembrolizumab in associazione alla chemioterapia in prima linea raddoppi la sopravvivenza dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) non squamoso metastatico, con una riduzione del rischio di morte del 44% rispetto alla sola chemioterapia.

L'obiettivo è mettere a punto nuove strategie terapeutiche immunoterapiche in prima linea in particolare nei pazienti che hanno un carcinoma polmonare non a piccole cellule che ad oggi non sono candidabili all'immunoterapia in prima battuta poiché esprime il marcatore genetico PDL-1 in quantità inferiore al 50%. A tal proposito i dati degli studi clinici dimostrano un vantaggio importante delle combinazioni di chemio e immunoterapia rispetto alla sola chemioterapia. Interessanti dati si stanno producendo anche con le combinazioni di più immunoterapici e di chemioterapia e due immunoterapici
L’utilizzo di farmaci innovativi ed efficaci, già dalla prima linea di trattamento, nei pazienti con tumore del polmone, porta un beneficio non soltanto in termini clinici ma anche economici sui costi diretti e indiretti e sulla produttività del sistema sanitario. Oltre ai fondi attualmente stanziati per i farmaci innovativi (500 milioni di euro annui) emerge la necessità di identificare nuove modalità di governance in grado di rispondere ai bisogni regionali in un'ottica di razionalizzazione delle risorse.

Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 41.100 nuovi casi di tumore del polmone: 29.400 negli uomini e 11.700 nelle donne (I numeri del cancro in Italia, 2015). I tumori del polmone rappresentano la seconda neoplasia più frequente negli uomini (15% dei casi) dopo la prostata e la terza nelle donne (6%), dopo la mammella ed il colon-retto. Il costo del tumore al polmone in Italia è stimato essere pari a circa 2,4 milioni di euro tra costi diretti sanitari e costi indiretti e sociali. In termini previdenziali è importante sottolineare che il tumore al polmone è caratterizzato da un incremento sia degli assegni ordinari di invalidità che delle pensioni di inabilità. Le nuove terapie farmacologiche stanno migliorando notevolmente ed in maniera evidente la speranza di vita dei pazienti con un conseguente miglioramento della qualità della vita. 
 
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