Sanità, ecco la svolta salta-file: molti esami si faranno dal medico di base

Sanità, ecco la svolta salta-file: molti esami si faranno dal medico di base
Sanità, ecco la svolta salta-file: molti esami si faranno dal medico di base
di Graziella Melina
Martedì 19 Novembre 2019, 00:59 - Ultimo agg. 19:32
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ROMA - Una macchia sulla pelle che non convince, oppure una strana palpitazione che non va via. O anche la sensazione di avere il fiato corto forse per via di qualche sigaretta in più. Ed eccoci pronti a prenotare una visita da uno specialista o, buoni buoni, ad aspettare per ore nella sala d'attesa del pronto soccorso più vicino. Dal prossimo anno, però, per ottenere una prima diagnosi la trafila si potrà ridurre. Basterà infatti rivolgersi direttamente al proprio medico di base. 

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Secondo il disegno di legge di bilancio, che dovrà essere approvato entro il 31 dicembre, per il 2020 i medici di medicina generale riceveranno una serie di apparecchiature sanitarie con le quali potranno effettuare la diagnostica di primo livello. Si tratta per lo più di dispositivi come elettrocardiogramma, holter cardiaco, che registra 24 ore su 24 l'attività elettrica del cuore, e poi ancora apparecchi per la retinografia, in grado di studiare e monitorare cioè l'evoluzione di eventuali patologie della retina. Con altri ancora sarà possibile effettuare una polisonnografia, per valutare le modificazioni dell'attività cerebrale, muscolare, cardiaca, respiratoria che si verificano durante il sonno. Gli studi dei medici saranno anche in grado di fornire servizi di tele-care, tele-Health, tele-monitoraggio, tele dermatologia, grazie al collegamento con il database e consultando uno specialista. Per l'acquisto di questa strumentazione la legge di bilancio ha previsto un contributo pari a 235,834 milioni di euro. I dispositivi però non saranno acquistati dai singoli medici. Il comma 2 dell'articolo 55 della legge stabilisce infatti che «le apparecchiature sanitarie di cui al comma 1, di proprietà delle aziende sanitarie, sono messe a disposizione dei medici di medicina generale, secondo modalità individuate dalle aziende medesime». 
LA STIMAIn sostanza, l'importo è stato stimato considerando che sul territorio nazionale operano circa 46.243 medici di medicina generale, come risulta dall'annuario statistico dell'Enpam per il 2017. La platea dei destinatari non è poi indifferente: secondo l'annuario statistico del Servizio Sanitario Nazionale per il 2017 si stima che in media a livello nazionale ogni medico di base ha un carico di circa 1.211 adulti residenti. In particolare, per le Regioni del Nord, tranne qualche caso, gli scostamenti dal valore medio nazionale sono positivi. In tutte quelle del Sud, ad eccezione della Regione Sardegna, il carico potenziale dei medici di medicina generale è inferiore al valore medio nazionale. Il più basso è quello della Regione Basilicata con 1.037 residenti adulti per medico. 

L'OBIETTIVO
Il nuovo percorso diagnostico di primo livello affidato ai medici di medicina generale ha un obiettivo preciso: secondo la relazione illustrativa al disegno di legge di bilancio integrato per il 2020 e 2022 dovrebbe infatti «ridurre il carico sulle strutture sanitarie e contestualmente ridurre il fenomeno delle liste di attesa». Per questo «si mettono a disposizione risorse economiche destinate al patrimonio tecnologico finalizzate ad erogare ai cittadini, attraverso l'attività professionale dei medici di base, prestazioni di primo livello». Nelle intenzioni del governo, dunque, si va sempre più verso una medicina del territorio. «I cambiamenti della domanda di salute e di benessere sociale connessi alle mutate condizioni della popolazione attuale e futura, del contesto sociale (rivoluzione tecnologica/demografica/epidemiologica), mettono in rilievo - si sottolinea nella relazione - la necessità di un radicale cambio di paradigma della assistenza, sviluppando sempre di più un approccio di pro-attività e prossimità in grado di prevenire e anticipare le evoluzioni peggiorative delle malattie e in mantenimento della salute». 
I trasferimenti in favore delle regioni saranno disposti sulla base di un piano dei fabbisogni che dovrà essere approvato con un decreto del Ministro della salute entro il 31 gennaio del 2020.
Per la buona riuscita del piano, però, sarà fondamentale la tempestività. «L'efficacia della misura - avverte la Corte dei Conti - dipenderà naturalmente dalla rapidità della sua attuazione».

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