Avellino, altre due istanze
di fallimento: Sidigas nel limbo

Avellino, altre due istanze di fallimento: Sidigas nel limbo
di Titti Festa
Mercoledì 20 Novembre 2019, 08:46
4 Minuti di Lettura

Un continuo rinvio, una attesa infinita caratterizzata da colpi di scena sempre dietro l'angolo. Quando la parola fine sarà scritta resta tutto da stabilire, da capire visto che dalla scorsa estate ad oggi, siamo a poco più di un mese da Natale, cosa sarà della Sidigas e dell'Us Avellino 1912 ancora non si sa. Andiamo con ordine. Ieri al tribunale di Avellino avrebbe dovuto giocarsi una partita decisiva, da dentro o fuori, quella che avrebbe dovuto poi portare alla cessione del club biancoverde, al centro da diverse settimane, di una trattativa che vede protagoniste la cordata di Nello Martone e quella targata Ap Green.

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Ebbene tutto è rimandato al prossimo 3 dicembre, almeno per la questione fallimento dell'azienda gas. Poi per la cessione resta tutto aperto e in tempi anche ristretti, a meno di altre sorprese che, in questa storia, sono davvero sempre dietro l'angolo. Nel giorno in cui si sarebbe dovuto notificare la desistenza della Procura di Avellino relativa alla richiesta di fallimento, sul tavolo della prima sezione dell'ufficio procedure concorsuali sono invece arrivate altre due istanze di fallimento nei confronti della Sidigas. Una è del comune di Sasso di Castalda, in provincia di Potenza, l'altra della Cosmopol della famiglia Matarazzo. La prima è di 50mila euro relativa ad un credito risalente al 2015, la seconda di circa 5000 euro. Due istanze che rimettono tutto in gioco e rinviano il the end alle prossime settimane visto ora questi due creditori andranno tacitati e pagati esattamente come è successo già a Polidecor e Benevento Finauto. Tutti questi passaggi sono fondamentali per arrivare ad accedere al piano di ristrutturazione del debito di 97 milioni di euro che permette il salvataggio della Sidigas.

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Di certo in questa vicenda appare alquanto strano che, soprattutto per quanto riguarda il comune potentino, proprio ora che la Sidigas è sotto il controllo della Procura di Avellino si sia fatto avanti visto che per anni, soprattutto quando l'azienda era guidata da De Cesare, non ha mai agito legalmente pur avendone tutti gli strumenti a disposizione vedi, per esempio, la revoca delle concessioni. Tempistica che tra l'altro ha infastidito anche lo stesso pubblico ministero d'Onofrio che era pronto a ritirare la sua istanza, cosa che ora, per motivi di opportunità, avverrà il prossimo 3 dicembre. Queste azioni legali tardive lasciano pensare anche a contrasti interni alla stessa Sidigas per una visione diversa della gestione di questa intricata vicenda, soprattutto per quanto riguarda la vendita del club biancoverde. Vendita che comunque appare inevitabile come lo stesso amministratore delegato Dario Scalella ha lasciato comprendere ai giornalisti, alla fine dell'udienza. «La cosa che più conta ha detto Scalella è salvare l'azienda nel suo complesso. In questi mesi ho avuto modo di scoprire una realtà meravigliosa, fatta di persone competenti e per questo il primo obiettivo è salvaguardare gli oltre cento posti di lavoro. Per fare tutto questo è necessario cedere gli asset di calcio e basket visto che in questo momento non è più possibile sostenerli. Un domani si può pensare ad una sponsorizzazione dei club, nulla d'altro». Parole che fanno comprendere come davvero l'era De Cesare sia terminata. Scalella, che era anche soddisfatto delle parole non si è soffermato pero' sui tempi relativi alla cessione, scherzando sul fatto che i giornalisti siano più informati di tutti, e ribadendo che le scelte restano in capo a lui e basta. «Io sono l'amministratore delegato ed ho un compito ben preciso che altri non hanno». Il manager ha anche spiegato che non appena il quadro sarà chiaro convocherà una conferenza stampa per fare, finalmente, il punto su questa storia così complessa. Scuro in volto e silenzioso invece Claudio Mauriello che non ha parlato con nessuno: l'impressione è che sia l'unico a non volersi arrendere di fronte all'obbligo di cedere il club biancoverde, e che questa sua scelta abbia provocato anche tensioni e divisioni all'interno dello staff di avvocati e professionisti che da settimane stanno lavorando giorno e notte, per riportare la luce in una zona di buio profondo, al limite degli abissi.
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